Blitz degli agenti all´alba nella zona boschiva di Castelvecchio. Sparavano a uccelli protetti utilizzando i richiami Installato un congegno con allarme luminoso per scappare durante controlli della polizia provinciale
Bracconieri tecnologici incastrati dalla polizia provinciale, dopo un anno di indagini e appostamenti a Castelvecchio. Utilizzavano un ingegnoso sistema d´allarme con fotocellula, per evitare di essere scoperti nella caccia di specie protette con l´utilizzo di richiami elettronici non consentiti. Gli agenti hanno individuato, non senza difficoltà, la presenza di una fotocellula alimentata a batterie nascosta in un sentiero con strettoia nella zona di Croce di Rialto.
Collegato al congegno c´era un filo elettrico lungo circa 200 metri, interrato in un prato destinato a pascolo così da nasconderlo alla vista. Al termine del cavo era stata collegata una spia d´allarme luminosa, nascosta in una ciotola per cani. All´area in questione gli agenti sono arrivati dopo aver approfondito alcune segnalazioni da parte di residenti della zona. Gli appostamenti sono durati molti mesi, proprio perché il sistema d´allarme era stato ben nascosto e, ad ogni controllo, i cacciatori venivano allertati dell´arrivo degli agenti a causa del passaggio nel raggio di azione della fotocellula riuscendo così a fuggire. Ma così non è stato l´altra mattina all´alba.
Nei guai sono finiti 4 cacciatori con regolare licenza di caccia che però, stando agli accertamenti degli agenti, veniva realizzata con modalità non consentite per legge.
Con l´accusa di caccia con richiamo elettronico vietato e caccia di specie protette in concorso sono stati denunciati Franco Bauce di 57 anni residente a Valdagno, Vittorio Stocchero di 47 anni, Michelangelo Zerbato di 48 anni e Giuseppe Tozzo di 54 anni tutti e tre residenti a Montecchio Maggiore. Ai 4 sono stati sequestrati i fucili, con una sanzione di un migliaio di euro a testa. Indagini sono in corso per individuare un quinto uomo che avrebbe collaborato nella raccolta degli uccelli uccisi. Sequestrati una decina di pispole e fringuelli morti, il congegno elettronico, 200 cartucce e altro materiale.
Vicenza. La piaga del bracconaggio In un anno 100 verbali
Bracconaggio molto diffuso in vallata, al punto da diventare una piaga. Lo confermano i risultati delle verifiche della polizia provinciale.
Gli agenti del comando di Vicenza, con pattuglie che controllano la Valle dell´Agno, hanno comminato un centinaio di verbali penali negli ultimi 12 mesi.
I reati principali sono uccellagione con rete, cattura con l´utilizzo di vischio, uso di archetti, trappole a scatto, gabbie a scatto e abbattimento di specie protette. Nell´area valdagnese, la zona maggiormente frequantata dai bracconieri sembra essere quella di Castelvecchio, da cui si sale verso Marana. È questo il luogo dell´ultimo blitz compiuto a Malga Rialto. L´area è caratterizzata dal passaggio di uccelli migratori come tutta la fascia montana che si estende fino ai Castiglieri, in direzione di Recoaro Mille.
I controlli delle pattuglie della polizia provinciale proseguiranno anche nei prossimi mesi, anche dopo il termine della stagione venatoria per bloccare l´attività irregolare di cacciatori che non rispettano le regole e che, con il loro comportamento, fanno sfigurare tutta la categoria.
Intanto proseguono le indagini, per risalire all´ultimo appartenente del quintetto trovato in azione l´altra mattina all´alba a Croce di Rialto: si era dato alla fuga, alla vista degli agenti e di lui per il momento si sono perse le tracce. Potrebbero esserci risvolti a breve.
Il Giornale di Vicenza – 15 ottobre 2012