Vere e proprie ovazioni per Oscar Giannino e il «grillino» Enrico Cappelletti, ma anche il sindaco di Verona e segretario leghista Flavio Tosi esce dall’«arena» degli imprenditori di Apindustria Vicenza riscuotendo battimani.
L’incontro pre-elettorale è andato in scena ieri, 400 i manager presenti: peggio di tutti è andata a Laura Puppato (Pd), Giancarlo Galan (Pdl) e Fabio Gava (Monti), che hanno riscosso praticamente solo fischi e cori di «a casa». Il primo cittadino scaligero è riuscito invece a farsi apprezzare dal pubblico parlando di tagli alla burocrazia e risparmi nella pubblica amministrazione: «Serve una mobilità nazionale per il pubblico impiego. Io ad esempio avrò bisogno di venti dipendenti pubblici in Comune, come succede nel privato dovrei poterli chiamare dalle parti d’Italia dove ce ne sono troppi». E gli applausi sono partiti all’obiezione su «come risponderà» il sindacato: «Il sindacato la manderà giù, non possiamo finire come la Grecia». Ma il «cuore» della platea di imprenditori era tutto per Giannino (movimento «Fare per fermare il declino»). Lo si è capito quando il giornalista-economista, dopo gli ormai consueti attacchi a Silvio Berlusconi – «Fa apparire acqua sulla Luna e vita su Marte» – ha infilato due temi oggetto di ovazioni: «Ho fatto giurare ai miei che se verranno eletti non voteranno un solo euro di aggravio fiscale». E soprattutto, i crediti dello Stato alle imprese: «70 miliardi di euro che la Cassa depositi e prestiti potrebbe pagare subito, solo che non lo fa per non fare sgarbi alle fondazioni bancarie. A casa tutti!». Sullo stesso tema, invece, Gava è stato fischiato riportando la proposta montiana del pagamento dei crediti via riduzione delle imposte. Il mondo dell’impresa ha invece mostrato di gradire il candidato al Senato dei Cinque Stelle Cappelletti: «In Sicilia i nostri consiglieri hanno rinunciato a parte degli stipendi e a fine anno ci sarà un milione di euro in un fondo per il microcredito alle imprese». Giancarlo Galan ha provato a bissare Giannino, «in 15 anni non ho mai messo una tassa», ma il risultato sono state solo risate e fischi. Gli imprenditori lo hanno apprezzato solo quando ha dichiarato che «ci sono 700mila dipendenti pubblici da tagliare». Mentre Puppato è stata la più bersagliata dalla platea: quando ha provato a ricordare la restituzione della tassa europea nel 2001 e le norme federaliste di Bassanini l’unica risposta è stata una chiusura totale, fischi e urla del tenore di «l’unico strumento adatto a voi è la vanga».
13 febbraio 2013 – Corriere del Veneto