Verifiche interne all’azienda sanitaria, ma anche esterne, ed in particolare della polizia postale, per contestualizzare le affermazioni del radiologo dell’ospedale San Bortolo che su Facebook ha dato del cocainomane al governatore del Veneto Luca Zaia. Insinuazioni che hanno spinto il presidente leghista a querelare il medico Gianmaria Dal Zotto. Ma per lui, oltre alla querela, potrebbe arrivare anche una sanzione disciplinare da parte dell’Usl 6.
Al momento Dal Zotto non è stato sospeso, però l’azienda sanitaria di Vicenza ha tutta l’intenzione di far luce sul caso. Così il direttore generale Antonio Alessandri ha già intrapreso alcune iniziative che contribuiranno a chiarire tempi e modi. Innanzitutto ha scritto alla polizia postale, chiedendo che controlli e poi comunichi da dove sono stati scritti quei messaggi pubblicati sulla bacheca di Facebook di Dal Zotto. Si tratta di frasi parte di una conversazione intrattenuta con altre persone sul social network. Allusioni del tipo: «Finché lucaluca non prende i voti di don Ciccio e si limita a qualche pistina bianca può stare al suo posto…» o «Veneto indipendente… e poi? Lo diamo in gestione a Er Sniffata?». La direzione dell’Usl 6 esclude che Dal Zotto abbia utilizzato un computer aziendale per digitare quelle frasi. «Facebook da noi è stato disabilitato», conferma il dg Alessandri. Però ciò non toglie che attraverso l’uso di un cellulare o di un altro dispositivo collegato ad internet il dipendente dell’Usl abbia scritto durante l’orario di lavoro. In attesa della risposta della polizia postale che, attraverso la propria strumentazione, potrebbe riuscire a risalire a data, orario e luogo in cui sono state lanciate sull’etere le varie affermazioni, i vertici dell’azienda sanitaria di Vicenza hanno attivato le procedure del caso. «Vogliamo verificare i fatti – dichiara Alessandri – il medico è stato chiamato e, quindi, attiviamo la procedura, anche in considerazione del fatto che un dipendente pubblico deve osservare sempre un comportamento corretto e consono al ruolo che svolge». Dunque, non solamente durante il servizio. La procedura potrebbe però finire anche con un’archiviazione. I vertici dell’Usl, infatti, vogliono capire quali motivazioni abbiano spinto il radiologo a scrivere su Facebook quelle frasi. Mentre dall’Ordine dei medici di Padova (al quale Dal Zotto è iscritto) il presidente Maurizio Benato dice: «Se ci sarà un esposto prenderemo gli opportuni provvedimenti».
Corriere del Veneto – 22 novembre 2012