L’estata calda ha aiutato la diffusione del virus, trasmesso soprattutto dalle zanzare. In Veneto registrati 13 casi di infezione: lo studio dell’università di Padova
PADOVA. I casi di infezione da West Nile Virus, una malattia trasmessa dalle zanzare che quest’estate ha destato grande allarme negli Usa, sono in aumento anche in Italia, soprattutto nel Veneto. Lo segnala uno studio dell’università di Padova pubblicato dalla rivista Eurosurveillance. L’articolo riporta tredici casi di infezione, cinque dei quali con interessamento del sistema nervoso e tre con febbre, tutti diagnosticati tra luglio e agosto di quest’anno. I sintomi accusati dai pazienti variavano da astenia, cefalea, febbre alta, dolori articolari e muscolari, disturbi gastrointestinali, fino a meningite ed encefalite.
«Proprio nelle ultime ore – aggiorna Giorgio Palù, autore principale dello studio – abbiamo riscontrato due nuovi casi di febbre, e altri dieci casi sono in corso di studio per conferma». A favorire l’insorgere della malattia è stata l’estate torrida, segnala l’esperto, che ha aumentato il numero delle zanzare Culex, vettori principali del virus che negli Usa ha colpito più di mille persone soprattutto in Texas, costringendo le autorità a campagne straordinarie di disinfestazione: «Tutti i pazienti presentano un virus dello stesso ceppo virale – spiega Palù – endemico in Veneto e identificato per la prima volta in un paziente residente nei pressi del fiume Livenza lo scorso anno».
Il Mattino di Padova – 7 settembre 2012