di Valentina Calzavara. Due casi di Zika segnalati in Veneto. Il primo riguarda una donna italo-venezuelana di 53 anni, che venuta in vacanza a Treviso durante le festa di Natale. Ricoverata al Ca’ Foncello con febbre, cefalea, astenia e rush cutaneo, è stata curata e poi dimessa, ha già fatto ritorno in Venezuela.
Ma nelle ultime ore l’allarme si è diffuso per un’altra paziente, stavolta incinta. Arrivata in Italia dal Messico, la donna si è sentita poco bene e ora si trova ricoverata sotto osservazione all’ospedale di Treviso, debilitata da febbre alta, dolori articolari, eruzioni cutanee e congiuntivite. Immediatamente sottoposta ai pre-test sui virus endemici più comuni (Dengue e West Nile), la giovane è risultata negativa, per questo motivo l’equipe del reparto di Malattie Infettive dell’Usl 9 ha deciso di procedere con l’invio di un campione di sangue e urina al Centro di virologia e microbiologia dell’azienda ospedaliera-Università di Padova, polo di riferimento regionale per febbri e virus d’importazione.
Il virus che sta creando allarme in Brasile si chiama Zika ed è trasmesso da una zanzara. Si sta studiando, nel Paese sudamericano, il collegamento con l’incremento di neonati con microcefalia. Intanto L’Europa sta cominciando a contare i primi casi. Non esiste un vaccino (di Cinzia Lucchelli)
Questo virus provoca febbre bassa, eruzioni cutanee, dolori articolari e arrossamento degli occhi, sintomi lievi e simil-influenzali. Per gli adulti dunque non è pericoloso ma può diventarlo per i feti perché secondo alcuni esperti può provocare microcefalie: in Brasile è stato verificato un legame tra donne che lo avevano contratto nei primi mesi di gravidanza e casi di nati con dimensioni del cranio non sviluppate in modo corretto.
Sta creando allarme soprattutto in Brasile dove si sta studiando la connessione tra la diffusione della malattia e l’aumento di bambini microcefali. I sintomi sono di una lieve influenza, non ci sono vaccini. Non preoccupa la malattia in sè, quanto quando ad essere aggredite sono donne incinte. I consigli degli esperti
Sono i primi casi accertati in Veneto di Zika, la malattìa virale trasmessa dalla zanzara del genere Aedes che può causare microcefalia fetale nelle donne incinte. I sintomi sono simili a quelli di Dengue e Chikungunya, anche se più lievi: febbricola, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, congiuntivite. Un’infezione da virus Zika potrebbe quindi passare inosservata o essere attribuita ad altro. Dalla puntura di una zanzara infetta ai sintomi, trascorre un periodo di incubazione di 3-12 giorni; la malattia raramente richiede il ricovero ospedaliero.
Coletto: “Nessun motivo di allarme . Monitoraggio attivo da tempo”
“La sanità veneta monitora da tempo la presenza del virus Zika, sia nelle zanzare che ne sono il vettore, sia negli umani. La situazione è quindi completamente sotto controllo e non c’è alcun motivo di allarme”. Lo riferisce l’Assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, in relazione alle notizie su casi di persone infettate in alcune parti del mondo e al tam tam che ne è seguito.
“Zika – specifica Coletto – è da tempo monitorato in tutte le persone che presentino stati febbrili compatibili con il virus, principalmente provenienti dall’estero, assieme agli altri virus tipici delle zone tropicali e subtropicali, come ad esempio la malaria, quello più preoccupante, e la febbre dengue. Non solo – aggiunge – ma questo virus fa anche parte di quelli ricercati nelle zanzare nell’ambito del sistema regionale di sorveglianza attivo da giugno a novembre, assieme al più noto West Nile. Se c’è – conclude l’Assessore – lo troviamo e lo curiamo, come nel caso della cittadina italo venezuelana ricoverata a Treviso, dimessa da circa un mese, guarita dopo un ricovero di pochi giorni”.
La Tribuna di Treviso – 28 gennaio 2016