L’assessore Coletto: «Emergenza chiusa». Visite di notte salve. Ieri, a Venezia, i sindacati hanno trovato l’intesa con la Regione sulle retribuzione di infermieri e tecnici di Radiologia. Cgil, Cisl, Uil e le sigle di categoria Nursing Up, Fials e FSI si sono accordati con il segretario alla Sanità, Domenico Mantoan, su 40 euro lordi l’ora.
Considerando che per l’attività ordinaria ci si attesta generalmente su un range compreso tra i 22 e i 33 euro l’ora, emerge dunque il riconoscimento del lavoro notturno e festivo. L’attività extra, che comporta da parte delle Usl l’acquisto di ore in più dai propri dipendenti, viene svolta il lunedì e il mercoledì dalle 20 alle 24, il sabato e la domenica, secondo indicazioni deliberate dalla giunta Zaia.
Ma il vero traguardo è l’aver raggiunto una tariffa unica per tutto il Veneto, visto che nei giorni precedenti la partenza della sperimentazione, programmata dal primo settembre al prossimo 31 dicembre, ogni Usl aveva proposto retribuzioni diverse, comprese tra 38 e 50 euro. Il risultato? Se non si fosse trovata una soluzione omogenea sull’intero territorio, la categoria si sarebbe rifiutata di coprire il nuovo servizio. «La Regione ha recepito la nostra esigenza di garantire uguale trattamento economico nelle 24 aziende sanitarie — spiega Assunta Motta, della Cgil — perciò siamo soddisfatti. L’importo sancito è retroattivo, si considera cioè in vigore dal primo settembre, quindi tutti gli accordi in via di definizione o siglati tra singole Usl e sindacati lo recepiranno, ritoccando le cifre già definite». «I dg che avevano stabilito di corrispondere meno si allineeranno — aggiunge Mary Pallaro, della Cisl — quelli che invece avevano concesso 50 euro l’ora potranno erogare i 10 in più con risorse interne o prendendoli dai fondi contrattuali».
Ma invece di fare tutta ‘sta confusione non era più semplice sottoscrivere in anticipo la tariffa unica anche per il comparto, come è avvenuto per i medici il 12 giugno scorso? «Non è così semplice — risponde Pallaro — per i camici bianchi non è prevista la contrattazione decentrata, mentre per infermieri e tecnici l’acquisto di prestazioni aggiuntive è in capo alle singole Usl. E non si può violare l’autonomia in materia garantita ai direttori generali. In questo caso però la forbice tra aziende era troppo larga, così è esploso il problema. Ora ogni dg recepirà l’accordo regionale con una delibera, che la Regione ratificherà. Finora Palazzo Balbi non aveva ancora approvato alcun atto aziendale, quindi siamo ancora in tempo». «Il patto raggiunto con i sindacati diventerà una delibera che porterò in giunta — conferma l’assessore alla Sanità, Luca Coletto — l’emergenza può considerarsi chiusa. Inoltre apriremo un tavolo con le varie sigle per monitorare e valutare l’andamento delle visite di notte, in modo da poter apportare eventuali correttivi o, se va tutto bene, da estenderla dalla Radiologia ad altri servizi. Faremo il punto alla fine dell’anno». «L’importante adesso è capire se i 40 euro l’ora valgono anche per gli operatori sociosanitari, non citati dal decreto Balduzzi quando parla di attività extra — rileva Stefano Tognazzo della Uil —. Abbiamo sollevato il dubbio nell’Usl 16 di Padova, la più grande del Veneto, che ci sembra disponibile a recepire tale esigenza. Ma anche per queste figure è necessario un via libera regionale e uguale per tutti».
Ci tiene a chiarire un altro passaggio fondamentale l’Anaao, sindacato degli ospedalieri sottoscrittore dell’accordo che riconosce agli stessi per il lavoro notturno e festivo 100 euro lordi l’ora. «E’ un’attività autofinanziata dai medici — dice il segretario regionale, Salvatore Calabrese — non va dimenticato che le Usl acquistano ore in più dal proprio personale pagandole con il 5% del ricavato della libera professione svolta dai camici bianchi».
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 4 settembre 2013