West Nile, due contagiati in 24 ore a Rovigo. Primo caso nel Veneziano. Coletto: disinfestazione straordinaria in tutte le Usl
In queste ultime settimane in Veneto si è registrato un aumento dei casi di infezione da virus West Nile, causato dalla puntura della zanzara “culex”, di cui 4 casi confermati di malattia neuroinvasiva e 2 ancora da confermare, 4 febbri e 3 positività asintomatiche in donatori di sangue. Il dato è contenuto in una relazione inviata all’assessore alla sanità Luca Coletto dai tecnici della direzione regionale prevenzione. Il virus torna a colpire a Rovigo con due casi in 24 ore: a finire in ospedale è una 79enne residente nel popolare quartiere della Commenda, a un quarto d’ora dal centro storico, e una 60enne della frazione di Borsea. E si regista anche il primo caso nel Veneziano: colpito un donatore. Ma Coletto rassicura
“La situazione è sotto controllo – spiega l’assessore – e non si discosta molto da quelle registrate negli anni scorsi, da quando questo problema è apparso. Tutte le Ulss coinvolte stanno effettuando gli interventi di disinfestazione necessari”
“In collaborazione con i Comuni e le strutture sanitarie venete hanno tutte le caratteristiche per fronteggiare e curare i casi che si presentano”.
In Veneto la lotta alla zanzara “culex” inizia in primavera, con interventi di disinfestazione ordinaria e programmata da parte dei Comuni in collaborazione con le Ullss di riferimento. Gli interventi si protraggono per tutta la stagione estiva e ad essi si aggiungono azioni di disinfestazione straordinaria in presenza di casi umani o di elevato tasso di infezione del virus rilevata nelle zanzare, che vengono catturate in continuazione ed esaminate dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.
La sorveglianza clinica inizia il 30 giugno e si conclude il 30 novembre, seguendo le indicazioni ministeriali.
“La Regione Veneto – ricorda Coletto – ha poi avviato un sistema di sorveglianza, unico in Italia, sulle febbri estive con l’obiettivo di individuare il maggior numero di casi possibile e aumentare così le misure di prevenzione delle malattie trasmesse da vettori sia autoctone che da importazione”.
Misure di sorveglianza attiva sono in atto anche sui donatori di sangue, che potrebbero essere portatori asintomatici.
• La direzione regionale prevenzione ricorda, peraltro, che la misura di prevenzione più incisiva rimane la protezione individuale dalle punture e raccomanda alcuni comportamenti: indossare preferibilmente pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto, evitare l’uso di abiti scuri, profumi e dopobarba perché attraggono le zanzare;
• applicare lozioni repellenti sulle parti del corpo scoperte per tenere lontane le zanzare.
• Gli insetto-repellenti non devono essere polverizzati sul viso, né applicati sugli occhi, le labbra e le zone delicate.
• svuotare frequentemente i sottovasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante;
A Rovigo
Ancora un caso di West Nile a Rovigo, dove ieri è risultata positiva al virus una sessantenne residente nella frazione di Borsea. Si tratta del tredicesimo caso accertato di influenza del Nilo in Veneto (altri due sono ancora da confermare), per di più registrato ad appena 24 ore di distanza da quello emerso sempre nel capoluogo del Polesine, nel quartiere della Commenda. Un’abitante di 79 anni è stata ricoverata prima in Medicina e poi nel reparto di Malattie infettive, e ora è sotto controllo. Ma per evitare l’ulteriore diffondersi dell’infezione, l’Usl 18 ieri mattina ha effettuato nella sua zona di residenza una disinfestazione straordinaria contro le zanzare, veicolo di trasmissione del virus, per eliminare non solo gli insetti, ma pure le loro larve, con la distribuzione di larvicidi nelle caditoie e nelle griglie dei tombini.
Gli addetti hanno operato casa per casa, cortile per cortile, nel raggio di 150 metri dall’abitazione dell’anziana, residente nei pressi dello stadio di rugby. Sono state interessate le vie Alcide De Gasperi (nel tratto compreso tra via Antonio Gramsci e via Antonio Canova), sul lato est di via Antonio Gramsci (tra le vie De Gasperi e Giacomo Puccini), sul lato nord di via Puccini (tra via Gramsci e viale Europa), sui lati occidentali delle vie Canova e Degan, sull’intero sviluppo delle vie Ludovico Muratori, Gaetano Donizetti, Niccolò Machiavelli. Lo stesso verrà fatto lunedì mattina a Borsea su via Savonarola, la strada principale della popolosa frazione, fino a lambire la Tangenziale Est e viale Porta Po. I cittadini verranno invitati a consentire l’accesso agli operatori nelle case, nei cortili, nei negozi a partire dalle 8.30 circa, quando inizieranno gli interventi di disinfestazione. Per precauzione si dovranno ritirare i panni stesi, i giocattoli dei bambini lasciati fuori, tenere al riparo gli animali compresi eventuali acquari che dovranno essere coperti, coprire le verdure nell’orto che dovranno essere lavate con bicarbonato nei cinque giorni successivi, tenere le finestre chiuse. Oltre a questo, si raccomanda di utilizzare adeguati sistemi di protezione individuale, a partire dai repellenti da spalmare sulla pelle per tenere alla larga le zanzare. Nelle prossime ore agenti della polizia municipale e volontari della Protezione civile provvederanno ad avvisare capillarmente la popolazione interessata.
A Venezia
Primo caso di West Nile nel Veneziano: a contrarre il virus del Nilo è stato un quarantenne donatore di sangue di Noale. L’infezione è stata scoperta grazie alle analisi realizzate dal laboratorio di biologia molecolare del servizio trasfusionale dell’ospedale di Dolo e che sempre vengono eseguite sulle sacche prelevate dai donatori. L’uomo colpito dal virus è asintomatico, come accade nel 95% dei casi delle persone che contraggono l’infezione. Per lui quindi non è stato necessario nessun tipo di trattamento. Dovrà solo prestare il braccio a ulteriori prelievi di sangue di controllo. «Quando il virus del Nilo colpisce le persone sane non c’è alcun tipo di problema» spiega il direttore del Dipartimento Immunotrasfusionale dell’Asl 12, Giorgio Marchiori «i problemi possono nascere quando l’infezione colpisce persone immunodepresse, il cui sistema immunitario cioè è molto debole, come possono essere alcuni anziani o persone che sono state di recente sottoposte a un trapianto, ma nella stragrande maggioranza dei casi l’infezione è asintomatica». La West Nile è una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Culex, che pungono prevalentemente dall’imbrunire, durante la notte e all’alba. Questo genere di zanzara è largamente diffuso in tutto il territorio nazionale e regionale. Il virus West Nile ha come serbatoio alcuni tipi di uccelli (passeri e corvi); i mammiferi, tra cui il cavallo e l’uomo, sono ospiti occasionali e non trasmettono la malattia. La malattia si manifesta dopo un periodo di incubazione di 3-15 giorni dalla puntura della zanzara infetta. Se nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica in alcuni casi si manifesta con sintomi simil-influenzali come il mal di testa, la nausea, a volte i linfonodi ingrossati. La forma grave, piuttosto rara – colpisce meno dell’1% delle persone infette – è caratterizzata da compromissione del sistema nervoso centrale e si manifesta come encefalite, meningite o meningo-encefalite. La disinfestazione è uno degli strumenti più efficaci per cercare di eliminare queste zanzare. «È importante che i comuni la facciano» aggiunge Marchiori «anche perché andiamo incontro a un settembre ancora caldo, quindi queste zanzare ci faranno ancora compagnia». L’Avis provinciale comunica che non esiste alcun pericolo per le trasfusioni di sangue. «Le sacche raccolte» spiega il presidente Giorgio Brunello, che sta seguendo l’evoluzione del quadro in stretto contatto proprio con il direttore del Dipartimento Immunotrasfusionale dell’Asl 12 «sono infatti sottoposte a un controllo metodico e molto rigoroso, a norma di legge. Proprio la stretta sorveglianza e le verifiche che vengono condotte, hanno consentito d’individuare l’infezione in un nostro donatore del tutto asintomatico a Noale, ovviamente con conseguente eliminazione della sacca interessata. Possiamo rassicurare i pazienti che abbisognano di sangue, che non corrono alcun rischio per la loro salute». Anche Marchiori rassicura: «Gli esami che vengono fatti permettono di escludere ogni tipo pericolo».
31 agosto 2013 (da Nuova Venezia, Corriere Veneto, Regione Veneto)