Il virus West Nile è diventato endemico in Polesine. Vuol dire che è non solo diffuso, ma è anche persistente e ha tutte le caratteristiche per radicarsi tra Adige e Po. In altre parole questa sindrome d’importazione che ha già mietuto qualche vittima, ha abbondantemente superato i canoni dell’episodicità ed è un fattore di rischio con cui tutti dovremo fare i conti.
È su queste basi che l’allarme si è alzato a un livello tale da indurre l’Ulss 18 a ordinare l’immediata analisi di tutte le sacche di sangue conservate nelle banche ematiche del comprensorio. Una misura di prevenzione minima per scongiurare che eventuali trasfusioni inoculino il virus nei soggetti trattati. Ma il vero problema rimane il “veicolo” principale di trasmissione del West Nile, la zanzara, in particolare la specie “tigre” che avendo la malaugurata peculiarità di pungere anche di giorno, si è già guadagnata la triste patente di pericolo sanitario vero e proprio per tutta la popolazione. Il Polesine tra l’altro è uno dei territori italiani a più alto indice di infestazione. Negli ultimi anni le campagne di disinfestazione a inizio periodo riproduttivo dell’insetto, hanno dato risultati inadeguati anche per il pressappochismo con il quale sono state condotte. Ora che l’emergenza è reale, i sistemi e la loro efficacia debbono cambiare.
Il Gazzettino – 22 luglio 2016