L’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), riunita nella ministeriale a Bali, ha annunciato di aver approvato, dopo una maratona negoziale durata fino all’alba, lo storico accordo sulla liberalizzazione degli scambi commerciali. “Approvato”, ha detto la presidente della riunione ministeriale, il ministro indonesiano al Commercio, Gita Wirjawan, davanti ai 159 delegati degli Stati membro.
Il via libera è arrivato dopo che Cuba ha fatto cadere la minaccia di porre un veto in extremis al pacchetto di misure. Si tratta di un traguardo molto importante per la liberalizzazione degli scambi commerciali, il primo accordo globale da quando è stata fondata nel 1995 l’Organizzazione mondiale del commercio, ha detto Roberto Azevedo, capo del Wto.
Che cosa prevede
Secondo il vice ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda il testo appena sottoscritto da 159 Stati prevede un’ampia gamma di misure per facilitare gli scambi commerciali; la possibilità per i Paesi in via di sviluppo e meno sviluppati di accumulare derrate alimentari da distribuire ai cittadini più poveri; una serie di misure per aiutare i Paesi meno avanzati a inserirsi nei flussi di commercio mondiale.
Per le piccole e medie imprese italiane esportatrici, «le misure di facilitazione degli scambi commerciali – osserva ancora Calenda – rappresentano una straordinaria opportunità per crescere. Le stime commissionate dal Wto sul potenziale di crescita del Pil mondiale derivante dai capitoli negoziali effettivamente chiusi a Bali, infatti, parlano di unincremento di più di 1.000 miliardi di dollari». «L’Ue e l’Italia – conclude Calenda – hanno tenuto una posizione di forte supporto al pacchetto presentato, contribuendo alla positiva conclusione del negoziato. E molto del merito del successo va al nuovo DG del WTO Roberto Azevedo, che ha fatto un lavoro davvero straordinario».
Letta: nuovi spazi per le Pmi
«L’accordo raggiunto é un risultato storico che rafforza il sistema multilaterale degli scambi, li agevola, sostiene il commercio dei paesi meno sviluppati e segna importanti progressi in materia di sicurezza alimentare». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Enrico Letta che nalla nota di Palazzo Chigi ha aggiunto: «Per l’Europa e l’Italia sono di particolare importanza le misure di facilitazione commerciale, che permetteranno alle nostre imprese, Pmi in primo luogo, di esportare più facilmente, in tempi più rapidi e con minore burocrazia …Si aprono nuovi spazi che sono sicuro che le nostre imprese, a partire dalle Pmi, sapranno cogliere in pieno, grazie al loro dinamismo e alla loro capacità di innovazione».
La posizione critica di Trade Game
Sindacati e società civile mantengono un atteggiamento critico e vigile sull’accordo appena raggiunto: «non si tratta di un accordo storico, come propagandato da molti Governi, ma di un compromesso che risponde, solo parzialmente, ad alcune delle richieste dei Paesi meno sviluppati, per sbloccare lo stallo del Round di sviluppo di Doha, che avrebbe dovuto legare le politiche commerciali a scelte di ridistribuzione”. E’ la posizione di Trade Game, l’Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Cgil, Arcs/Arci, Fairwatch e Legambiente.
La principale richiesta dei Paesi in via di sviluppo di correggere il capitolo sull’agricoltura per consentire programmi pubblici di sicurezza alimentare, «ha visto l’opposizione dei Paesi industrializzati ad una soluzione permanente, promessa entro i prossimi 4 anni, legandovi un’autorizzazione temporanea ai Programmi già in atto. Una soluzione valutata positivamente dall’India, ma non certo sufficiente per molti altri Paesi» commenta l’osservatorio. Gli elementi più controversi sono rimandati ad un ulteriore approfondimento a Ginevra, mentre per tutti gli altri capitoli dell’Agenda di sviluppo lanciata a Doha e non contenuti nel Pacchetto di Bali, si concedono ai Paesi membri ulteriori 12 mesi prima di vedere nero su bianco un piano di lavoro sui molti capitoli rimasti in attesa di approvazione
Il Sole 24 Ore – 7 dicembre 2013