Se non l’avessero ancora capito, la parola d’ordine è «sobrietà». Niente auto blu, niente autisti, niente atteggiamenti che odorino di «buro-casta», niente incontri al bar, al ristorante o al casello. I direttori generali hanno avuto ordini chiari fin dalla nomina, sul finire di dicembre, ed il governatore Luca Zaia ha voluto ribadirli anche ieri, nel corso di un nuovo vertice con i manager convocato prima che questi prendano pieni poteri nelle rispettive aziende e procedano «in totale autonomia» alle nomine dei direttori sanitari, amministrativi e del sociale (all’incontro erano presenti anche l’assessore alla Sanità Luca Coletto e il segretario generale Domenico Mantoan).
La giunta regionale ha, inoltre, approvato lo schema quadro di contratto per i direttori amministrativi, dei servizi sociali e sanitari, ”che saranno nominati dai dg”.
«Era l’ultimo tassello – ha concluso Zaia – dopo aver ribadito loro la necessità di fare squadra, di usare rigore nell’azione amministrativa e nell’applicazione della legge e di tagliare i costi nelle Ulss ho detto loro di prendere i migliori, perchè sbagliare un direttore amministrativo vuol dire sbagliare i costi dell’Ulss e a rispondere sarà chi ha fatto le scelte».
«Sono tornato a battere sui temi che mi stanno più a cuore – ha riferito il governatore al punto stampa con i giornalisti – la necessità di fare squadra, di prestare la massima attenzione al contenimento dei costi, di gestire la macchina osservando la legge nel modo più rigoroso, il che significa, tra l’altro, evitare incontri al di fuori delle sedi istituzionali, che potrebbero essere equivocati». Zaia ha quindi dato seguito alla lettera che inviò già ad ottobre a tutti i manager della Regione, caldeggiando la progressiva dismissione del parco auto blu, la messa a riposo (per quel che sarà possibile) degli autisti e l’uso delle auto di servizio «che ben possono prestarsi alle necessità di spostamento anche delle figure apicali».
Il clima in corsia, insomma, è quello dell’austerity e del lavoro a testa bassa, come conferma il fatto che di qui ad un mese sarà pronta anche la delibera che aprirà le porte degli ambulatori e dei laboratori pure la domenica e la sera fino a mezzanotte: «E’ in dirittura d’arrivo – ha detto Zaia – stiamo chiudendo le ultime trattative (con le sigle sindacali, che avevano espresso più d’una perplessità, ndr.). Il provvedimento sarà complesso e prevederà una declinazione delle attività e di nuove metodologie che porteranno a un abbattimento delle liste d’attesa fin da subito». Il governatore è poi tornato sul tema, spinoso, della mancata presentazione delle schede ospedaliere (l’opposizione lo accusa di voler attendere le elezioni, lui replica di voler vedere «se ci saranno delle bonifiche nelle regioni in cui si spreca, prima di procedere all’ottimizzazione di un sistema come quello veneto, già perfetto») e su quello ancora più scivoloso del mancato finanziamento delle prestazioni socio sanitarie «extra Lea», che già ha scatenato un vespaio tra sindacati e associazioni dei disabili: «Un fatto di inaudita gravità – ha attaccato anche ieri la Cgil – le risorse si potrebbero trovare tagliando sprechi e inefficienze».
Zaia, insistendo sul fatto che la decisione della giunta «è frutto delle manovre vergognose di Monti», ha assicurato che «nessuno verrà lasciato indietro» ed al momento «non si pensa di ripristinare l’addizionale Irpef» (come aveva chiesto, ad esempio, il Tribunale del Malato). Intanto il segretario della Sanità, Mantoan, fa sapere che nulla cambierà nell’erogazione degli «extra Lea» fino a quando la delibera non sarà stata approvata dalla commissione in consiglio. Per allora, il gruppo di esperti da lui presieduto dovrebbe aver individuato le modalità per continuare a garantire le prestazioni, quasi certamente con il ticket. Qualche speranza, poi, è riposta sul consuntivo dei conti trimestrali del bilancio sanitario: se le Usl riusciranno a risparmiare, infatti, può essere che l’impatto della delibera d’inizio anno venga di molto ridimensionato.
Corriere del Veneto – 10 gennaio 2013