Il governatore «commissaria» il consiglio regionale. Luca Zaia, a Roma anche ieri mattina per la conferenza dei presidenti di Regione, è uscito soddisfatto dall’incontro con i colleghi.
«Spero che il governo abbia il coraggio di intervenire sui costi della politica, entro pochi giorni, con un decreto che riduca il numero di consiglieri, le indennità e definisca una volta per tutti il finanziamento ai gruppi consiliari» ha commentato alla fine dell’incontro. Un decreto che dovrebbe ricalcare il documento approvato ieri mattina dai presidenti di regione, alla cui stesura Zaia avrebbe contribuito copiosamente. Il governatore del Veneto ha preso la parola ripetutamente, sottolineando molto il clima di ostilità dell’opinione pubblica per gli scandali che hanno travolto la Regione Lazio. Soprattutto, mettendo in guardia i colleghi: «Noi governatori – ha spiegato – siamo il volto delle nostre Regioni, Ci facciamo un mazzo così, la gente ci identifica e poi scopriamo che alle nostre spalle succede quel che abbiamo visto. Nel Lazio nessuno ricorda il nome del presidente del consiglio regionale, ma tutti hanno visto Renata Polverini. Dobbiamo prendere in mano la palla e chiedere al governo che imponga delle regole valide per tutti: su indennità, rimborsi, numero dei consiglieri. Adesso basta». Poi aggiunge: «Nel Veneto siamo stati gli unici a tagliare il numero dei consiglieri» aggiunge il governatore, che intende spendersi nei prossimi mesi in un pressing stringente perché il Veneto diventi una Regione pilota (con la prossima legislatura i consiglieri da sessanta diventeranno 51). Nell’ordine, molto prima dello scoppio dell’ultimo caso sul «fuoribusta» dei consiglieri regionali, il governatore del Veneto ha sempre sostenuto la semplificazione delle buste paga, la rendicontazione dettagliata delle spese, la riduzione delle indennità e del numero dei consiglieri (Zaia ne proponeva il dimezzamento). E, fanno notare i suoi collaboratori, Zaia è l’unico consigliere regionale ad aver rinunciato al rimborso chilometrico che gli spetterebbe di diritto da casa alla sede di Palazzo Balbi. Adesso Zaia, a corto di risultati su tutto il resto, vuol tentare di fare del suo Veneto la Regione pilota sulla riduzione dei costi della politica. Dovrà fare i conti con le resistenze di un consiglio regionale che non lo ama e da una serie di incrostazioni che metteranno i bastoni fra le ruote. Alla fine della riunione romana, Zaia ha insistito molto: «I cittadini ci eleggono per rappresentarli – ha aggiunto – e si scandalizzano di fronte agli sprechi della politica. Noi in Veneto abbiamo fatto delle riforme, eliminando i vitalizi, riducendo il numero di consiglieri, eliminando il listino bloccato nella legge elettorale. Ma si può sempre fare di più. Questa è una nuova battaglia che il Veneto sta conducendo in prima fila». Il documento unitario delle Regioni è già sul tavolo del governo, che la settimana prossima potrebbe preparare un decreto urgente sulla riduzione dei costi della politica nelle Regioni. Tra i provvedimenti all’esame anche un diverso trattamento economico tra i componenti delle giunte e i rappresenanti che siedono nei consigli. Una svolta che dovrebbe, appunto, «premiare» gli esecutivi e penalizzare i consigli regionali. Dalle parti di Palazzo Ferro Fini, che nella vicenda dei «fuoribusta» è apparso confuso e arroccato, stanno affilando le armi. Ma sembra la difesa di Fort Apache.
Il Mattino di Padova – 28 settembre 2012