Luca Zaia in diretta oggi, lunedì 26 ottobre 2020, all’indomani della firma del nuovo Dpcm del Governo sulle misure restrittive contro l’epidemia da Covid. Il presidente del Veneto, in conferenza dall’Unità di Crisi della Protezione civile di Marghera, aveva annunciato di avere una nuova ordinanza regionale pronta nel cassetto, ma di aspettare, per l’appunto, di capire le intenzioni di Roma prima di firmarla o modificarla
Ieri in un’intervista ad Antenna Tre il presidente ha spiegato di aver chiesto di apportare delle modifiche, ma di non essere stato ascoltato. «E lo dice uno che è sempre stato solidale, che non ha mai fatto polemiche e non le voglio fare – ha detto Zaia – ma di fatto il Governo ha scelto di fare questa strada da solo, approvando il dpcm senza accogliere la minima modifica richiesta dalla Regione, dalle Regioni». Per Zaia «questo è emblematico, non è mai accaduta una cosa del genere». «Noi non abbiamo contezza di infezioni o focolai nei ristoranti, i ristoratori si sono mossi con prudenza, hanno rispettato le linee guida», ha aggiunto ancora Zaia. «Chiuderli vuol dire che si vuole confermare che tutto quello che si è fatto fino ad adesso non serviva».
Il bollettino
Oltre due milioni di tamponi fatti. Positivi 45.466 (+1129 in più nelle ultime 24 ore), attualmente positivi oltre 18mila veneti, 13.692 persone in isolamento. Ricoverati 695 pazienti oggi, 81 pazienti in terapia intensiva (76 positivi e 5 negativi), tre vittime nelle ultime 24 ore. A domicilio 164 pazienti sintomatici sul totale dei cittadini in isolamento.
Tamponi dal medico di base
La fase di testing va avanti con non poche difficoltà: troviamo positivi e dobbiamo testare tutti i contatti. Ogni positivo solo altre 20 persone da testare. Noi vogliamo continuare però con i test e il tracciamento, se tutti i medici di base si occuperanno di fare i tamponi ai pazienti che ne hanno bisogno, a quel punto spariranno le code per i test. L’accordo sarà nazionale, non più su base volontaria per i medici. E’ una riforma straordinaria, noi a quel punto avremo risolto tutto il tema della fase di testing e della sorveglianza. Chiaramente tutto il piano di Sanità pubblica resta comunque in piedi.
Il virus c’è, va affrontato per quello che è: per noi l’emergenza sanitaria non c’è. Non in Veneto. Ma se gli ospedali vengono intasati dai pazienti Covid poi non possiamo più curare gli altri pazienti e il sistema sanitario va in tilt
Dal Gazzettino