Ci sono 208 esami medici che vengono ordinati troppo alla leggera? No, per il governatore véneto Luca Zaia in realtà arrivano «208 inutili schiaffi ai malati e ai prescrittori. Ingiusti per gli obiettivi delle punizioni pecuniarie: a cominciare dalla gente malata che vuole sapere cos’ha e come può essere curata; inutili perché non servirebbero se si seguissero le politiche di appropriatezza attuate da tempo in Veneto. Se i gabellieri Renzi e Lorenzin si aspettano che saremo noi a mettere le mani nelle tasche dei cittadini e dei professionisti per loro conto si sbagliano di grosso. Dovranno mandare qualcuno di loro fiducia a fare il lavoro sporco, perché in Veneto non ce n’è alcun bisogno. Non lo dico io ma i dati».
Così Zaia anticipala posizione del Veneto al “tavolo con le Regioni” dove la ministra Beatrice Lorenzin vuole chiedere sostegno per applicare il decreto che, come noto, vuole ridurre circa 13 miliardi di spesa sanitaria che ritiene dovuta a esami «non indispensabili». Roma vuole introdurre una “stretta” su una lista di 208 esami cimici che ritiene a rischio di inappropriatezza – cioè che vengano prescritti inutilmente – e prevede addirittura multe a carico dei medici che li prescrivessero senza motivazioni adeguate e con pagamento messo quindi tutto a carico dei pazienti. La traduzione è facile: se il Ministero si aspetta che sia la Regione a istituire un sistema di controllo e multe, il Veneto si chiama subito fuori .«Lo dice la Regione che più ha combattuto per l’introduzione totale dei costi standard, che avrebbero risolto la questione alla base, lasciando alle Regioni incapaci di l’onere di applicare nuove tasse ai loro cittadini per coprire gli eccessi di spesa. Invece niente costi standard, ma botte da orbi ai medici e ai pazienti . Non esiste». «Facciano piuttosto come in Veneto», dice Zaia. E ricorda che, senza tagliare altri servizi essenziali, si è riusciti ad aprire gli ospedali a visite ed esami anche di notte, attivare la presenza di steward nelle sale d’attesa dei pronto soccorso, ridurre la spesa farmaceutica di oltre 83 milioni (il Veneto è al 13,9% del totale del fondo sanitario a fronte del tetto di 14,8% indicato dal Governo), tagliare del 5% (-102 milioni) «gli acquisti di beni e servizi sanitari all’esterno» come visite specialistiche, assistenza per protesi, riabilitazione. «Tra il 2012 e il 2014 – conclude Zaia – abbiamo calmierato o ridotto le prestazioni di specialistica ambulatoriale» all’esterno: solo +1% per le analisi di laboratorio (il pubblico ha recuperato un +7%); +2% solo di prestazioni di diagnostica (+8% nel pubblico); +1% solo visite specialistiche (+4% sul pubblico») e -27% per le prestazioni riabilitative non necessarie. Risparmi fatti «senza multare nessuno».
Il Giornale di Vicenza – 24 settembre 2015