Previsioni sbagliate, albergatori in pressing ma divisi sulla ricetta. «Meglio tornare a Bernacca!». Il governatore Luca Zaia se la prende con i meteorologi moderni che, con la loro mania di fare previsioni sempre più localizzate, finirebbero inevitabilmente per sbagliare.
S’è visto durante le festività pasquali, con molti siti internet che annunciavano un Veneto sferzato da vento e piogge e che secondo gli albergatori sono stati smentiti, almeno in parte, dal sole che per alcune ore ha fatto capolino. Può sembrare una diatriba da poco, ma per chi vive di turismo c’è una bella differenza tra chi annuncia tempo variabile e chi pronostica acquazzoni: una previsione sbagliata può far perdere decine di visitatori.
Lo sanno bene a Cortina, dove a Pasquetta il presidente del locale consorzio turistico sbraitava contro «certi siti web che fanno congetture». E a dargli manforte ci ha pensato il presidente di Cortina Turismo, che lasciava intuire una sorta di congiura multimediale contro le Dolomiti bellunesi: «È tutto l’inverno che le previsioni ci danneggiano. In generale sono peggiori della realtà».
La pensa allo stesso modo anche il presidente della Regione, che ieri è arrivato a rimpiangere le vecchie, generiche, previsioni del tempo ai microfoni di AntennaTre: «Ci sono alberghi che non lavorano perché i superesperti sbagliano i pronostici. Faremmo meglio a seguire quelli del nostro sito Arpav, che sono seri e fatti bene». Quindi, secondo Zaia, meglio starsene alla larga dalle altre pagine web: «Si oscurino le previsioni per il Veneto nei siti che forniscono questo servizio – tuona Zaia – o procederemo per danni». Senza tanti giri di parole, chiede che la regione venga cancellata da quelle mappe. «Che facciano un’area tutta nera, non ci importa nulla». E in questo attacco frontale, il governatore arriva a scomodare perfino il Pontefice: «Torniamo alla semplicità, come il Papa che dice “buonasera”. Pensiamo di essere meglio di Dio?». Quasi una crociata, insomma. «Con i nostri legali stiamo valutando ipotesi di richieste danni se i gestori di questi siti continueranno su questa strada».
Per il presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli, il problema è tecnico: «In un paese normale, dove il turismo è considerato un sistema da proteggere, ci sarebbero delle previsioni ad hoc per le località di villeggiatura. In Spagna, ad esempio, funziona così. Invece da noi ci si deve accontentare dei pronostici relativi alle città principali, come se il tempo sulle spiagge di Jesolo fosse lo stesso di Mestre…».
Antonello De’ Medici, della Federturismo del Veneto, propone un accordo con quelli che giudica «i più affidabili tra i meteorologi italiani», quelli dell’aereonautica militare. «Abbiamo già avviato le trattative con il comando generale, e lo stesso potrebbe fare la Regione per chiedere di rendere pubbliche le loro previsioni».
C’è perfino chi ne fa una questione di campanile, e ipotizza che alcuni siti internet preferiscano «gufare» il Veneto solo per favorire il turismo delle regioni confinanti. «Qualche volta anch’io mi sono chiesto perché il nuvolone finisce spesso sopra il Bellunese, e un po’ meno sul ricco Trentino Alto Adige. Sono così distanti?», chiede sibillino il presidente di Federalberghi Belluno, Gildo Trevisan.
Lui se la prende soprattutto per la poca precisione: «Quando in tivù o in un sito si annuncia maltempo in montagna, bisognerebbe anche spiegare se piove di pomeriggio o di sera. Perché se piove di sera, a chi importa? Anzi, d’estate, per i vacanzieri potrebbe essere una benedizione: l’aria si rinfresca. Ma senza indicazioni precise è un guaio, si allontanano i turisti e si turba il mercato…».
Il Gazzettino – 3 aprile 2013