Il presidente del Veneto Luca Zaia rilancia la sua proposta di regionalizzare i concorsi per l’assunzione di personale nella sanità. «Noi – dice – non respingiamo nessuno, ma la regionalizzazione dei concorsi in sanità è un tema da affrontare con serietà e realismo. Centinaia di ragazzi ogni anno vengono formati nel migliore dei modi nel Veneto e hanno diritto di trovare sbocchi professionali nella regione dove risiedono o che hanno scelto per imparare una professione. È doloroso dirlo, ma in questa pesantissima crisi, nemmeno il Veneto è più in grado di assorbire la domanda nazionale e sento come un preciso dovere del Presidente della Regione salvaguardare i diritti di chi ha scelto questa terra per costruirsi un futuro, a cominciare dai residenti». Una richiesta condivisibile, verrebbe da dire.
Peccato che in Regione nessuno si sia ricordato di queste sacrosante rivendicazioni quando si è trattato di applicare l’Accordo collettivo nazionale della medicina specialistica ai veterinari convenzionati veneti!
Evidentemente, per qualche inspiegabile motivo, i nostri colleghi devono essere stati considerati un po’ meno veneti degli altri professionisti della sanità visto che quegli stessi diritti a loro non sono stati riconosciuti. Diversamente non si spiegherebbe perché, dopo tanti anni passati ad assicurare le profilassi di Stato e le ispezioni nei mattatoi, siano stati relegati agli ultimi posti della graduatorie provinciali dalle regole adottate proprio, guarda caso, da quella stessa Regione Veneto che oggi chiede a gran voce di poter assumere i “propri giovani e residenti”.
A ben guardare si tratta di una vicenda paradossale. Non solo la Regione ha applicato l’Accordo collettivo nazionale della medicina specialistica del 2005 con cinque anni di ritardo, ma nel farlo ha anche pesantemente svantaggiato i veterinari operanti in Veneto non riconoscendo loro alcun punteggio per l’anzianità di servizio maturata fuori dal regime Acn. I veterinari che hanno lavorato a lungo per le Ulss del Veneto, infatti, lo hanno fatto non in regime di Acn a causa dell’ inerzia della Regione Veneto che non l’ha mai applicato. E si sono visti scavalcare da colleghi che non conoscono il nostro territorio, non hanno alcuna esperienza della casistica locale né sufficiente specializzazione ma che hanno l’unico ‘merito’ di aver prestato servizio in altre regioni in cui l’Acn era applicato. Per cercare di far valere i propri diritti i nostri colleghi veneti sono stati costretti a impugnare davanti al Tar, con il supporto del Sivemp, le delibere di recepimento dell’Acn, la 47 e la 2707 del 2012, e le conseguenti graduatorie provinciali.
Comprenderà Zaia, quindi, il nostro sconcerto davanti alle sue dichiarazioni odierne. Perchè quello che è vero per medici e infermieri non può esserlo meno per i veterinari. E perché è assai grave che proprio la Regione Veneto, con un vero e proprio assurdo normativo, li abbia così pesantemente penalizzati.
Roberto Poggiani, segretario regionale Sivemp Veneto
9 ottobre 2014