Polesine in allerta per il virus West Nile. La preoccupazione si è diffusa negli ultimi giorni soprattutto in alcuni Comuni, dopo che dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie è stato diramato l’esito di alcuni controlli su gruppi di zanzare che si trovano comunemente nei giardini nel periodo estivo. L’attenzione riguarda in particolare Ficarolo, Badia Polesine, Ceneselli e Villanova del Ghebbo, dove nelle «trappole» posizionate dall’Istituto zooprofilattico sono stati individuati ceppi di esemplari positivi al virus. Non solo, a fine luglio un’analoga analisi aveva avuto uguale esito nei Comuni di Lendinara e Occhiobello.
«Oltre ad un controllo dei casi umani, c’è un controllo entomologico fatto con le trappole – spiega Giorgio Palù, presidente della Società europea di Virologia -. Il virus è endemico nel Veneto da quasi dieci anni. E la sorveglianza ci sta dicendo che si è passati dalla circolazione di lignaggio 1 (ovvero una provenienza dalla zona mediterranea) al lignaggio 2 (proveniente da Ungheria, Austria, Russia). Non abbiamo casi clinici in Veneto in questo momento».
Contro l’allarme del contagio è necessario intervenire sugli insetti presenti. Secondo le indicazioni dell’Usl 18 i Comuni di Ficarolo, Badia Polesine, Ceneselli e Villanova del Ghebbo (oltre che a quelli limitrofi) devono «provvedere a far effettuare idonei trattamenti da parte della ditta incaricata su tutti i focolai larvali nelle zone di circolazione virale e di trattare con adulticida le aree in cui sono previste manifestazioni entro tre chilometri dal centro del paese». Per i cittadini, invece, la raccomandazione rimane quella di proteggersi quanto più possibile dagli insetti usando repellenti adeguati. Il virus non si trasmette per contagio diretto da uomo a uomo, ma solamente attraverso la puntura di una zanzara, a sua volta infettata dagli uccelli migratori.
Il rischio di contrarre la malattia (chiamata febbre del West Nile perchè isolata per la prima volta in Uganda, nel distretto West Nile, nel 1937) è basso nelle persone sane. Diversa, invece, è la questione per chi è già gravemente debilitato a causa di altre malattie o per chi è avanti con gli anni. E nell’Alto Polesine c’è un alto tasso di popolazione anziana, tanto che si contano quattordici ultracentenari. Nell’80 per cento dei casi la malattia è asintomatica, nel 20 per cento si manifesta attraverso la febbre, mentre in meno dell’1 per cento (nelle persone gravemente debilitate e in quelle anziane) possono insorgere sintomi neurologici.
Elfrida Ragazzo – IL Corriere del Veneto – 6 agosto 2016