Il Sole 24 Ore. Il numero dei morti torna sopra 400 e le terapie intensive continuano a riempirsi. Unica nota positiva la flessione (lieve) del tasso di positività che si ferma al 6,7% . Ma ormai è chiaro che solo con una massiccia vaccinazione della popolazione la guerra al Covid sarà vinta. E bisogna fare in fretta perché le varianti, a partire da quella inglese, stanno prendendo il sopravvento. L’obiettivo restano 500mila somministrazioni al giorno dalla terza settimana di aprile e si potrebbe andare anche oltre, ha ripetuto il generale Francesco Figliuolo, commissario per l’emergenza, che assieme al Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ieri si è vaccinato con AstraZeneca presso il centro della Cecchignola a Roma. Un gesto simbolico per tranquillizzare gli italiani dopo la sospensione del vaccino anglo-svedese della settimana scorsa. Anche il premier Mario Draghi nei prossimi giorni si vaccinerà con AstraZeneca e ci saranno anche altri testimonial dello sport e dello spettacolo per sensibilizzare l’opinione pubblica. Al momento le rispercussioni dello stop and go sono comunque abbastanza limitate. In alcune Regioni le rinunce hanno toccato la soglia del 20% , in altre del 10%mentre ci sono state Regioni dove non appena le inoculazioni sono riprese sono tornate anche le file. Tra queste c’è il Lazio, che sta procedendo molto rapidamente grazie al funzionamento della piattaforma regionale e al sistema di prenotazione e nella quale partirà – presso lo Spallanzani – anche la sperimentazione sul vaccino russo Sputnik, che, dopo il via libera dell’Ema, potrebbe essere prodotto in Italia e in particolare proprio nel Lazio, in 3 stabilimenti tra Castel Romano e Anagni. La conferma è arrivata direttamente dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti: «Tra qualche giorno verrà stipulato un primo accordo con l’istituto Spallanzani per una sperimentazione in forma scientifica con il vaccino Sputnik, in attesa ovviamente dell’autorizzazione formale dell’Ema per quanto riguarda lo studio sulle varianti». Una decisione – ha aggiunto – che permette all’Italia «di fare un salto in avanti rispetto alla necessità di approvvigionamento dei vaccini». Parole che vanno lette ricordando quanto detto venerdì dal presidente del Consiglio « Serve pragmatismo, prima si cerca il coordinamento europeo ma se non si riesce si fa altrimenti», aveva sottolineato Draghi facendo esplicito riferimento alla presa di posizione di della cancelliera Angela Merkel su Sputnik. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro della salute, Roberto Speranza: «Se efficace e sicuro» va bene anche il vaccino russo. Ma perché si possa fare anche «da soli» nel decreto sostegni appena approvato dal Cdm si prevedono 200 milioni per sostenere la produzione di vaccini utilizzando contratti di sviluppo gestiti da Invitalia.
Nel frattempo si va avanti con i vaccini a disposizione. Nonostante i tagli (ultimo quello annunciato ieri sempre da AstraZeneca) la distribuzione prosegue. A tamponare il calo delle forniture ci sono oltre 333mila fiale di Moderna stoccate presso la base di Pratica di Mare e che saranno distribuite in Calabria, Campania, Lazio, Marche e Puglia. Mentre nella seconda metà di aprile arriveranno le prime fiale del vaccino di Johnson & Johnson. Un quantitativo limitato che aumenterà nei mesi successivi. Johnson&Johnson è al momento l’unico vaccino che non richiede richiamo e che come AstraZeneca può essere mantenuto in un normale frigorifero. Sono quindi i vaccini che saranno maggiormente usati da medici di base e farmacie, destinati quindi alla campagna di massa. Purché ovviamente le dosi siano sufficienti.