Esperimento negli zoo americani. L’appello a donare i tablet vecchi. I primati hanno mostrato un’abilità innata nella tecnologia «touchscreen»: disegnano e ascoltano musica
L’ iPad sembra essere uno strumento perfetto per gli oranghi. Essi infatti hanno un’innata capacità per l’uso di quella che, in lingua inglese, è conosciuta come la «touchscreen technology». L’abilità cioè di far apparire con un semplice tocco sullo schermo immagini, animazioni, giochi interattivi e anche di far scorrere pagine solo sfiorando di nuovo lo schermo di quella magica tavoletta che è appunto l’iPad. Tutto ciò è stato sperimentato e dimostrato facendo apprendere le differenti possibilità di uso ad alcuni oranghi ospiti di importanti istituzioni come lo Zoo di Atlanta, lo Smithsonian National Zoo di Washington, D.C. e «The Great Ape Trust».
Fatto sta che ormai esistono oranghi in cattività che possono avere accesso, a seconda dei loro gusti e desideri del momento, all’ascolto di musica o all’uso di strumenti musicali, a giochi cognitivi, alla possibilità di disegnare, di dipingere, di guardare foto e video. Ovviamente, in quest’ultimo caso, con una spiccata preferenza per le immagini e i comportamenti dei loro stessi simili.
Gli studiosi che operano al progetto«Apps for Apes» mirano a mettere a disposizione del maggior numero possibile di oranghi in cattività l’iPad e invitano tutti a donare i tablet non più in uso. Fanno notare che proprio per la grande intelligenza di cui sono dotati, questi primati necessitano di continui stimoli mentali. Pena altrimenti la noia o addirittura il cadere in depressione. La libertà di scegliere cosa fare, fanno notare gli studiosi, è fondamentale per il loro benessere, e tanto maggiore è l’offerta e la possibilità di scelta, tanto migliore è la qualità della loro vita.
E qui siamo arrivati al punto, che non è per niente nuovo, e che riguarda il tema, negli ultimi anni assai dibattuto, dell’ «arricchimento comportamentale» per gli animali che vivono negli zoo. È infatti risaputo da tempo che gli animali degli zoo soffrono di noia e di depressione per motivi che vanno dalla carenza di socialità, se appartengono a specie che dovrebbero vivere in gruppo, oppure di stimoli che consentano loro di esplorare un ambiente vario, di giocare, di muoversi, di correre. Vivere insomma una vita quanto più possibile aderente a quella per la quale l’evoluzione li ha nel tempo costruiti.
Così oggi può capitare, visitando uno zoo moderno, di trovarsi di fronte a un rinoceronte che si diverte spingendo un’immensa palla, a una scimmietta che come un giocoliere si diletta con delle bottiglie di plastica, a un corvo che gioca a nascondere oggetti multicolori. E qualcosa del genere fino a ieri avveniva anche per gli oranghi. Però, è chiaro, il mondo sta cambiando anche per loro, e così, esattamente come i nostri bambini, a quegli intelligenti primati non basteranno più i giochi tradizionali del bioparco d’una volta, ma s’attenderanno la magica tavoletta multiuso. Che regala di tutto e di più, ma che purtroppo impone sedentarietà e una fasulla socialità.
Danilo Mainardi – Corriere della Sera – 23 luglio 2012