“Fuoco incrociato” dei sindaci del territorio dell’U s115 contro il progetto di legge regionale di riforma socio-sanitaria. La riunione organizzata in auditorium si è trasformata in una sequela di critiche al disegno di creazione di “Azienda Zero” e delle aziende sanitarie provinciali.
A dare il via agli attacchi il sindaco di casa, Katia Maccarrone, che ha ricordato come «questo progetto è un cambio di filosofia mentre non sono state ancora implementate del tutto le schede regionali approvate nel 2012. Che fine faranno le previsioni del Cto a Camposampiero, gli ospedali di comunità, le medicine di gruppo integrate, il ruolo dei sindaci, il sociale, i nostri bilanci in ordine? C’è troppa fretta, in Regione, nel voler procedere con una riforma senza dati e analisi sulle conseguenze».
Sulla stessa linea critica i sindaci Cristian Bottaro, Lorenzo Zanon e Stefano Scattolin, preoccupati dalla mancanza di confronto e del rischio di distruggere un modello che, nell’Alta, è riconosciuto come vincente. Alessandro Bolis, presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl, ha insistito su due criticità evidenti: il territorio e i bilanci. «Se dobbiamo accorpare, meglio andare con Bassano del Grappa e Castelfranco, territori dove esercitiamo già una notevole capacità attrattiva. Insieme a Usl 16 e 17, andremmo a formare una Usl provinciale da quasi 1.000.000 di abitanti con realtà e bilanci disomogenei.
Ricordo», ha concluso Bolis, «che l’Usl 15 ha chiuso il 2014 con un attivo di 2.569.000 euro, la 16 a meno 17.713.000 e la 17, considerando il project financing, ameno 23.000.000».
Bordate anche dai consiglieri regionali Maurizio Conte, secondo cui «in questa riforma non c’è nessuna traccia di federalismo», Marino Zorzato, che ha definito «Azienda Zero il nuovo Mose 2.0, considerando che si vogliono concentrare le decisioni in capo a una persona su 45 miliardi di fondi regionali in 5 anni», e di Claudio Sinigaglia, per il quale «non c’è nessuna ragione valida per procedere con tutta questa fretta. Chiediamo una proroga di almeno un anno per non distruggere un modello che funziona».
Vittorio Casarin, attuale presidente del centro servizi per anziani “Moretti Bonora”, ha bollato la riforma come «pericoloso accentramento di potere: ricordiamoci come è finita Veneto Strade»; l’assessore di Camposampiero Luca Baggio ha sottolineato che «non vengono ridotte le poltrone, anzi si moltiplicano», mentre il sindaco di Campodarsego Mirko Patron ha dichiarato: «Non possiamo decidere in 30 giorni una riforma epocale del genere. E cosa spieghiamo ai nostri consigli comunali?»
Convitato di pietra della serata, la Lega, i cui rappresentanti avrebbero potuto spiegare i criteri della riforma. «Porteremo nei nostri consigli tutte queste posizioni critiche e ci faremo sentire in Regione», ha concluso Bolis.
Francesco Zuanon – il Mattino di Padova – 9 ottobre 2015