Cresce il pressing per equiparare i tempi di erogazione delle liquidazioni tra settore pubblico e quello privato. Sono infatti oltre 31.000 le sottoscrizioni della petizione che la Cisl FP ha lanciato per dare una scossa al nuovo governo. La petizione vuole mettere in luce le disparità della normativa vigente contro la quale il sindacato si è già mosso in tribunale, proprio al fine di sollevare il quesito di legittimità costituzionale e, di conseguenza, abolire la legge. Per i lavoratori del pubblico impiego, a seconda dei motivi della cessazione del rapporto di lavoro, l’erogazione del trattamento varia infatti da un minimo di 105 giorni, in caso di decesso o inabilità del lavoratore, ad un massimo di oltre 2 anni, come nel caso della pensione anticipata. Tutt’altre tempistiche invece per quanto riguarda i lavoratori del settore privato. Nel terziario, il Tfr viene erogato entro 30 giorni, se invece si appartiene alla categoria del commercio, i tempi si allungano di quindici giorni, stabilendo il pagamento entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Una disparità che, secondo la Cisl Fp, viola il principio di eguaglianza e l’articolo 36 della Costituzione. Durissimo il segretario generale Maurizio Petriccioli: «allontanando nel tempo la liquidazione della somma, la stessa perde progressivamente la proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro prestato a causa del tempo trascorso e della conseguente erosione del potere di acquisto della moneta». «Abbiamo raggiunto – spiega al Messaggero – 31.000 sottoscrizioni in un mese, a riprova che il tema è molto sentito tra le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego». L’obiettivo è quello di spingere il nuovo Parlamento a rimettere mano ad una normativa che penalizza davvero i lavoratori pubblici e crea una disparità ingiustificabile. «Stiamo parlando – sottolinea – di risorse che rappresentano una parte della retribuzione e non è accettabile che si debba attendere oltre 2 anni per riaverle indietro, bloccando interi progetti di vita». Il sindacato immagina di trovare terreno fertile dopo i risultati delle elezioni. «Le forze politiche che hanno vinto le elezioni – argomenta Petriccioli – hanno proposto di abolire integralmente la Legge Fornero, potremmo quindi trovare ampie convergenze su una proposta che ristabilisce un diritto negato dal decreto Monti in poi».
LA BEFFA
Come noto, infatti, fu proprio Monti, incalzato dall’emergenza economica, ad allungare i tempi di erogazione delle liquidazioni, varando una misura che sarebbe dovuta essere solo temporanea e che invece è ancora in vigore. Accanto al pressing politico c’è poi quello legale. Una offensiva scattata circa un mese fa in tutta Italia con la presentazione presso i Tribunali del lavoro – da Roma a Genova, da Ancona a Milano – di una serie di cause per «ristabilire una vera equiparazione dei tempi di erogazione del Tfr tra lavoratori del pubblico e del privato». Lo scopo è far pronunciare la Consulta e cambiare le regole.
Il Messaggero – 19 marzo 2018
Il Messaggero – 19 marzo 2018