È ritornata la febbre “suina” ma non ha nulla a che fare con la carne di maiale. «Potete mangiarla tranquillamente», spiega il direttore dei veterinari pubblici dell’Ulss Stefano Ferrarini. Già cinque casi al San Bortolo e due morti, dieci all’azienda ospedaliera di Padova e quattro decessi, due al San Martino di Belluno, uno a Feltre hanno contratto il virus H1N1, quello dell’influenza suina che nel 2009 provocò una pandemia, cioè un’epidemia su scala mondiale, ed è allarme, anche se i decessi hanno riguardato pazienti anziani dal quadro clinico già ampiamente compromesso, affetti da tempo da malattie croniche e disturbi cardio-respiratori.
A decine le telefonate di vicentini spaventati che hanno preso d’assalto il centralino del servizio veterinari dell’Ulss di via Camisano, temendo che ci possa essere un collegamento diretto fra questo virus che sta circolando nell’ambito dell’influenza stagionale anche nel Veneto, e il consumo di carne di maiale. La psicosi si sta diffondendo, tanto che in questi giorni sono calate drasticamente le richieste di prodotti di origine suina nelle macellerie della città, che lamentano una sensibile perdita economica, e il dottor Ferrarini tranquillizza: «Non esiste il minimo pericolo. Il virus non è trasmissibile mangiando carne di maiale nè i suoi derivati. Non è possibile assolutamente contrarre l’influenza A con il consumo di questo tipo di carne. E, poi, in ogni caso, la cottura a temperature superiori a 70 gradi è sufficiente a rendere il virus inoffensivo». Lo precisa anche l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato. «L’Istituto zooprofilattico di Padova – spiega – ha assicurato che questa patologia non è trasmessa dal suino all’uomo, semmai allo stato attuale potrebbe essere possibile un contagio inverso dall’uomo al suino». Anzi Manzato, per non ingenerare inutili allarmi, chiarisce ancora di più: «¡consumatori di carne di maiale potranno continuare ad includerla nella propria dieta alimentare». Controlli che, a Vicenza – ribadisce Ferrarini – «sono assidui e rigorosi». Rassicura pure il responsabile del Sisp, il Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss, Andrea Todescato. «Questi decessi avvengono ogni anno in concomitanza con l’arrivo dell’influenza. Sono persone estremamente fragili e vulnerabili. L’influenza provoca complicazioni che possono diventare letali. Per questo è importante la vaccinazione fra gli anziani over 65 e le categorie a rischio».
Il Giornale di Vicenza – 18 gennaio 2015