di Filippo De Gaspari. Rogo devasta la più grande azienda zootecnica della provincia, decine di vacche in fuga lungo le strade, protezione civile e residenti stanno cercando di recuperarle con corde e sbarramenti stradali. I danni sono ingenti. Si tratta di una delle più grandi e note aziende agricole di Mirano. Oltre trecento gli animali scappati dalla stalla che vagano “impazziti” nella grande area esterna. Un centinaio i residenti che si sono riversati in strada.
Una colonna di fumo visibile a chilometri di distanza, le mucche impaurite che scappano, il vicino casello di Spinea dell’A4 chiuso, a causa dell’incendio scoppiato ieri pomeriggio nell’azienda agricola Boldrin di Mirano in via Olmo. Almeno trecento mucche, impazzite e spaventate per le fiamme che sono divampate in tutta la stalla, dopo essere stata liberate dai box in cui si trovavano, sono uscite scappando nel cortile di fronte ai capannoni incendiati e nel giardino della casa vicina. Sei quelle morte soffocate dal fumo che in pochissimo tempo ha invaso tutta la zona. «Ad un certo punto il fumo era talmente denso e nero che non si vedeva più nulla, nemmeno il sole. Sembrava fosse notte» racconta una delle dipendenti, che si trovava vicino alla stalla al momento dell’incendio.
Ancora ignote le dinamiche dell’incendio che ieri, attorno alle 16.30 del pomeriggio, è scoppiato all’interno dei capannoni dell’azienda agricola e zootecnica Boldrin. «Non so che fine abbiano fatto i vitellini che erano chiusi nel box più vicino alle fiamme. Nessuno aveva il coraggio di andare ad aprire la loro gabbia» racconta un’altra dipendente della ditta continuando intanto nel tentativo di tenere a bada le mucche. Azienda storica del miranese, la Boldrin è una ditta a conduzione familiare che il padre Giuseppe ha ormai lasciato nelle mani dei figli. «E’ un’azienda storica della zona — racconta un vicino — li ricordo qui fin da quando ero bambino». Dalla ditta spiegano che è impossibile fare ora una conta dei danni ma sicuramente sono molti. È andato perso anche il carro che viene usato per la miscelazione del mangime». I danni subiti dall’azienda, infatti, vanno oltre i sei capi di bestiame persi nell’incendio: diversi sono i macchinari che si trovavano all’interno dei capannoni andati a fuoco, tra cui almeno un trattore e la macchina utilizzata per preparare il mangime. Sono 150, poi, le vacche da mungere su trecento capi di bestiame posseduti in totale che ora non sanno dove sistemare per passare la notte. Per domare la fiamme, che dopo diverse ore non erano ancora state spente, sono stati impiegati sei mezzi dei Vigili del Fuoco provenienti da Mira, Padova e Mestre. Uno dei pompieri è anche rimasto ferito in seguito a un’ondata di calore che lo ha investito ed è stato soccorso dal Suem. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Mirano e molti volontari che hanno aiutato a tranquillizzare e controllare il bestiame impedendogli di scappare in strada e portando continuamente acqua per dissetare le mucche intossicate dal fumo. Per precauzione è stato chiuso il casello di Spinea del Passante dell’autostrada A4 in direzione Milano e la parte di via Olmo in prossimità dell’incendio.
Il tetto in eternit dei capannoni, inoltre, ha aumentato i problemi per i Vigili del Fuoco a spegnere l’incendio visto la difficoltà ad isolarlo. Sul posto, infatti, sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpav, presenti per misurare eventuali dispersioni tossiche nell’aria. Sono ancora ignote le cause della dell’incendio che probabilmente è scoppiato accidentalmente, ma che si è alimentato con facilità e rapidamente per la quantità di paglia presente nella stalla. Dopo alcune ore le mucche, raggruppate finalmente in un unico piazzale, hanno cominciato a tranquillizzarsi: «Non sappiamo però dove potranno passare la notte — spiega uno dei veterinari che sono accorsi sul posto —. I titolari si stanno attivando con le stalle vicine per organizzare almeno la mungitura». Intanto, mentre i titolari hanno continuato a soccorrere gli animali che avevano respirato più fumo, alcuni volontari hanno improvvisato un recinto elettrico per impedire le mucche di scappare.
Diletta Rostellato – Il Corriere del Veneto – 11 agosto 2015