Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, è intervenuto ieri in commissione Affari Sociali alla Camera per rispondere ad alcune interrogazioni. Tra gli altri Guido Guidesi (Ln), ha illustrato la sua interrogazione riguardante le iniziative volte a disciplinare l’uso dei tatuaggi sui suini. Il sottosegretario ha spiegato come la scelta di apporre l’identificativo sul padiglione auricolare sinistro sia funzionale a consentire la veloce identificazione degli animali e della loro origine ai fini della tracciabilità, tenuto conto che si tratta di una specie allevata in gruppo e molto sensibile alle manipolazioni.
Questa la risposta integrale di De Filippo: “In merito all’interrogazione parlamentare in esame, rammento che l’articolo 5, comma 1 del decreto legislativo n.?200 del 26 ottobre 2010, «Attuazione della direttiva 2008/71/CE relativa all’identificazione e alla registrazione dei suini» recita: «gli animali sono identificati a cura del detentore, entro il settantesimo giorno di vita ed in ogni caso prima di lasciare l’azienda nella quale sono nati, con il mezzo di identificazione di cui all’Allegato I, paragrafo 2». La scelta di apporre l’identificativo sul padiglione auricolare sinistro, modalità adottata dalla maggior parte dei Paesi comunitari, è funzionale a consentire la veloce identificazione degli animali e della loro origine ai fini della tracciabilità, tenuto conto che si tratta di una specie allevata in gruppo e molto sensibile alle manipolazioni. L’Italia ha mantenuto l’uso del tatuaggio come sistema principale di identificazione dei suini, con decisione condivisa con le Regioni e le Associazioni di categoria. Come correttamente viene rappresentato nell’interrogazione, è prevista l’apposizione dell’identificativo sulle cosce dei suini, qualora questi provengano da allevamenti che aderiscono a Consorzi di tutela della denominazione d’origine dei prosciutti.?In conclusione, l’obbligo dell’identificazione degli animali è in capo al detentore che, in base alle caratteristiche dell’allevamento da lui condotto, appone l’identificativo ad ogni singolo soggetto. Infine, aggiungo, che il Ministero potrebbe valutare misure alternative solo con l’accordo delle Regioni e delle associazioni di categoria.
Marco Rondini (Ln), replicando in qualità di cofirmatario dell’interrogazione in titolo, dichiara il permanere delle perplessità alla base dell’interrogazione, ritenendo che sia oramai superabile una pratica a suo avviso inutile, che comporta sofferenze per gli animali ad essa sottoposti.
Tratto da Quotidiano sanità – 2 dicembre 2015