«Da circa tre anni alcuni Comuni della Bassa veronese, della provincia di Vicenza e della provincia di Padova sono interessati da un caso di inquinamento da sostanze chimiche nell’acqua destinata al consumo umano, ovvero Pfas (sostanze perfluoro-alchiliche) utilizzate per rendere impermeabili carta, stoffe e stoviglie, la cui presenza è stata riscontrata a seguito di un monitoraggio compiuto su indicazione dell’Unione Europea, nelle acque distribuite dalle reti idriche pubbliche nelle falde, nei fiumi, nei canali. Le Pfas sono riconosciute come “interferenti endocrini” e possono dare origine a gravi patologie riguardanti pelle, polmoni e reni, e rappresentano dunque un grave pericolo per la salute delle persone che ne vengono a contatto».
Inizia così l’esposto-denuncia protocollato ieri mattina da un gruppo di parlamentari, consiglieri, sindaci del Movimento 5 stelle alla Procura della Repubblica di Venezia, per sollecitare l’avvio di un’indagine su quello che di drammatico sta avvenendo nei territori tra Vicenza, Verona e Padova, in particolare in un’area di 180 chilometri quadrati che interessa i 350 mila abitanti di 29 Comuni dove dai pozzi privati dai quali si attinge per irrigare i campi, dalle falde, l’acqua “potabile” esce inquinata, allargandosi ai campi, alle aie, agli allevamenti .
A firmare l’esposto sono i deputati pentastellati Francesca Businarolo, Marco Brugnerotto, Alberto Zolezzi, il senatore Enrico Cappelletti, il consigliere regionale Jacopo Berti, la consigliera di Montecchio maggiore Sonia Perenzoni, il sindaco di Sarego Roberto Castiglion, l’assessore dello stesso Comune Flavio Zambon.
Il dito – anche se nell’esposto non se ne fa menzione – è puntato verso lo stabilimento chimico Miteni di Trissino . Una situazione generale nota, ma sinora senza soluzione: la stessa Regione Veneto ha commissionato un monitoraggio, istituendo una commissione ad hoc. Allegato all’esposto-denuncia, i rappresentanti del M5s hanno così depositato anche il verbale della commissione riunita il 13 gennaio, dal quale risulta – tra le altre – una dichiarazione del direttore della Sezione Veterinaria e sicurezza alimentare Giorgio Cester: «gli alimenti più contaminati sono le uova e i pesci, la preoccupazione è che ci sono allevamenti che hanno la produzione e la distribuzione di tali alimenti sul territorio nazionale».
«Non è possibile che non si intervenga immediatamente a tutela della salute delle persone», dicono in coro gli esponenti M5s davanti alla Procura. «Chiediamo alla magistratura di indagare sulle responsabilità di questo inquinamento, ma soprattutto al ministero della Salute e dell’Ambiente di attivarsi con i responsabili perché bonifichino le aree, come prevede il Testo unico per l’Ambiente».
Il Mattino di Padova – 19 marzo 2016