Inevitabile per le Regioni il restringimento del perimetro dei servizi erogati agli assistiti. Una nuova sforbiciata alla spesa che in tre anni, dal 2013 al 2015, perderà altri 2,6 miliardi. Il possibile allentamento della morsa della spending review che dal 2013 impone il taglio del 10% dei contratti in essere per l’acquisto di beni e servizi non sanitari. L’abbassamento del tetto di spesa per i dispositivi medici. I controlli a tappeto di tutto il personale sanitario oggi «fuori mansione».
E ancora, l’import più facile di plasmaderivati da Usa e Canada anche se temporaneamente rinviato fino a giugno con ordinanza ministeriale, le magrissime risorse in più perla Sla e la non autosufficienza, i fondi in più peri Policlinici delle Università non statali e per la Campania. La legge di stabilità 2013 riserva ancora una volta sorprese amare al Ssn. Con la spesa che resta sotto pressione e che sempre più costringerà le Regioni a dar fondo a importanti interventi di razionalizzazione del sistema, inevitabilmente anche di restringimento dell’attuale perimetro dei servizi agli assistiti. Tutto questo mentre il ministro della Salute a fine anno ha proposto i nuovi Lea, e in attesa che prendano forma concreta le “grandi riforme” messe sul piatto da Renato Balduzzi negli ultimi mesi: a partire dall’attuazione delle cosiddette “cure h24” sul territorio e dal taglio dei posti letto con la riorganizzazione della rete ospedaliera, sulle quali pure pendono le resistenze regionali e in parte di via XX Settembre. Insomma, tutte le sfide del 2013 e degli anni a venire sono ormai sul piatto. In attesa che quest’anno decolli anche la riforma dei ticket, che a sua volta scatterebbe dal 2014. Nuovo governo permettendo. L’anno si apre così all’insegna della sostenibilità finanziaria del sistema. Nel 2013 la sanità pubblica ripartirà da 107 miliardi, circa 900 milioni in meno rispetto al 2012, con una ulteriore riduzione di 600 milioni: secondo calcoli del ministero vale lo 0,88% in meno sul 2012, pari al 6,43% del Pil nominale ( 0,5% su quello reale). Ma dal 2014 in poi il taglio salirà a 1 miliardo, attestandosi da allora a un valore totale di 8 miliardi l’anno di minori finanziamenti con le misure varate dall’estate 2011. Oltre 3o miliardi in meno fino al 2015, stimano le Regioni. Intanto, con la legge di stabilità 2013 vengono assegnati 159 milioni di vecchie pendenze alla Campania e 52,5 milioni ai Policlinici delle Università non statali. Mentre al Fondo perla non autosufficienza sono riservati appena 275 milioni, inclusi i fondi per la Sla. Altra partita in parte riaperta dalla legge di stabilità riguarda la spending review del luglio 2012. Da una parte, le Regioni potranno intervenire con altre misure per garantire i risparmi previsti dalla riduzione del 10% dei contratti in essere per l’acquisto di beni e servizi non sanitari; dall’altra, il tetto di spesa per i dispositivi medici scende al 4,8% nel 2013 (-0,1%) e al 4,4% nel 2014 (-04%). Con una promessa di trasparenza sui valori delle forniture: i prezzi unitari per l’acquisto di beni e servizi saranno pubblicati on line. Mentre le Regioni potranno istituire unità di risk management nelle strutture sanitarie, l’Aifa potrà concludere i concorsi già banditi, gl i enti del Ssn acquistare immobili solo se indispensabili per tutto il personale fuori mansione scatteranno le verifiche straordinarie per accertare le eventuali inidoneità mansioni di minore aggravio, con possibile ricollocazione prioritaria sul territorio. Roberto Turno A bilancio 011 LA RIDUZIONE Nel triennio 2013-2015, la spesa sanitaria verrà ridotta di altri 2,6 miliardi. Il taglio previsto dalla legge di stabilità per il 2013 costringerà le Regioni a ulteriori interventi di razionalizzazione del sistema, con un inevitabile restringimento dell’attuale perimetro dei servizi di assistenza agli associati. Nel 2013, in particolare, la sanità pubblica ripartirà da quota 107 miliardi e disporrà di 900 milioni in meno rispetto al 2012. Dal 2014 il taglio salirà invece a 1 miliardo.
SPENDING REVIEW La legge di stabilità 2013 riapre in parte anche la partita della spending review del luglio 2012. Da una parte, infatti, le Regioni potranno intervenire con altre misure per garantire i risparmi previsti dalla riduzione del 10% dei contratti in essere per l’acquisto di beni e servizi non sanitari, mentre dall’altra il tetto di spesa per i dispositivi medici scende al 4,8% nel 2013 e al 4,4% nel 2014
Roberto Turno – Le guide del Sole 24 Ore – 9 gennaio 2013