La presidente dell’ente di Rovigo: «Sono cifre accantonate ogni anno senza neppure deliberare». Ad ogni manager 55mila euro
ROVIGO – Le Province sono al crepuscolo ed emergono scenari da basso impero. Per carità, è tutto previsto, legittimo, normativamente inattaccabile, individualmente indiscutibile, perfino politicamente insindacabile. È la cifra, però, che non può passare certo inosservata. Soprattutto di questi tempi.
La Provincia liquiderà ai propri dirigenti un tesoretto da quasi 400 mila euro. Lo stabilisce il contratto nazionale di lavoro delle autonomie locali relativamente al fondo indennità di posizione e di risultato attribuito alle figure di vertice, capi area e quant’altro. Ma fa rumore che i beneficiati siano solo 7 e che quindi la cifra nominalmente assegnata sia di 55 mila e 714 euro lordi che andranno a Monica Zanforlin, Valerio Gasparetto, Carla Elisa Bernecoli, Maria Gravina Votta, Vanni Bellonzi, Luigi Ferrari e Maria Chiara Bagatin.
Spieghiamo: i dirigenti svolgono un ruolo di responsabilità rispetto a funzioni e mansioni svolte dall’intera area loro assegnata. In base a ciò il contratto collettivo ne stabilisce indennità di carica e un budget per i risultati complessivamente ottenuti nella gestione. Da qui il progressivo accantonamento delle relative cifre a bilancio che di anno in anno debbono essere loro liquidate. Insomma, tutto regolare. Come conferma la presidente Tiziana Virgili: «Assolutamente sì – spiega -. Si tratta di un fondo che va a bilancio senza che la giunta sia chiamata nemmeno a deliberare in merito. Le somme vengono accantonate, viene svolta una valutazione dei risultati ottenuti e in base a questa si liquida l’indennità. Nemmeno la Corte dei Conti, che è sempre attenta soprattutto in questo ultimo periodo agli esborsi degli enti pubblici, può interloquire in alcun modo».
Ma francamente lei non è perplessa per l’entità della cifra? «Non posso nasconderlo. Siamo in un momento in cui certi benefici possono anche essere stridenti. Ma finché rimane valido questo contratto di lavoro, ci si aggroviglia solo in un meccanismo perverso che genera anche cose incongrue come queste. Personale che lavora e bene in questo ente ce n’è molto, ma non tutti hanno gratificazioni adeguate». Va detto che la cifra esatta è 390.820 euro, pur inserita nel Peg (piano esecutivo di gestione) 2013 già dal dicembre scorso, non è stata ancora liquidata. Tuttavia, giudizi e critiche si affollano. Su tutte, una domanda: come è possibile, attribuire indennità di risultato tanto ingenti ai vertici, se il massimo dei risultati non è stato raggiunto anche dai sottoposti? Ancora: il calcolo delle indennità stabilisce un minimo e un massimo. E c’è chi dubita che si sia battuta la seconda strada
Gazzettino – 2 aprile 2013