Giù le mani dalle spese del Consiglio regionale. E all’unanimità. Con 42 voti su 42 infatti i rappresentanti del parlamentino veneto hanno dato mandato alla Giunta regionale di fare ricorso alla Consulta contro la Corte dei conti che – sulla base della legge 213 – può stabilire la congruità delle spese dei gruppi consiliari.
Per evitare un nuovo scontro diretto con i magistrati contabili come a giugno scorso (poi la vicenda si era risolta con la decisione delle sezioni riunite della Corte dei conti di rimandare i controlli a partire dal prossimo anno) il Consiglio ha deciso di giocare d’anticipo. Dopo aver chiesto la consulenza di tre giuristi (Mario Bertolissi, Vittorio Domenichelli e Francesco Rossi) ha deciso di rivendicare la totale autonomia decisionale sulle spese di carattere politico per evitare nuove contestazioni come quelle fatte ad alcuni consiglieri per abbonamenti a riviste e per le spese della carta da pacchi per fare gli striscioni di una manifestazione. «Il controllo della Corte su queste spese è incostituzionale – fanno sapere i tre esperti -. Le sanzioni previste dalla legge si trasformano in un indebito sindacato sulle scelte di merito dei consiglieri regionali»
«Abbiamo deciso così vista l’incertezza del quadro normativo che grava sui contributi ai gruppi consiliari», ha spiegato il vicepresidente Matteo Toscani (Lega Nord). «La Corte deve mettere nero su bianco le linee guida per le spese consiliari, noi le regole sappiamo rispettarle», conclude Gustavo Franchetto (Futuro Popolare)
Corriere del Veneto – 1 agosto 2013