Meno male che hanno corretto il titolo del tradizionale colloquio – ha detto Fabiano Barbisan, Presidente di Unicarve e del Consorzio L’Italia Zootecnica – pensando a quello originale, coniato dai francesi, che recitava così: alla diminuzione dell’ingrasso in Italia quali alternative per destinare i ristalli francesi?
Esportare verso Paesi Terzi e ingrassare in Francia, due ottime opportunità. Il titolo definitivo ha sostituito “Italia” con “mercati storici” m la sostanza non cambia.
I francesi hanno calcolato che nel 2014 in Italia ci sarà una diminuzione di richiesta per circa 100.000 ristalli e, quindi, puntare ai mercati del Magreb ed altri in via di sviluppo, può essere per loro una buona alternativa, come anche, a detta dei macellatori francesi, ingrassare direttamente in Francia.
A dire il vero, guardando i dati economici proiettati durante il colloquio di un allevamento francese di Salers, anche per loro i conti non tornano, ovvero, i costi di produzione sono più elevati del prezzo di mercato realizzato.
Fare squadra – ha suggerito in un appassionato intervento il Presidente di Inalca, Cav. Cremonini, ricordando il suo pionierismo in Francia risalente agli anni 60 e ragionando sui nuovi mercati mondiali.
Al termine del colloquio pubblico una parte più ristretta delle filiere Francia – Italia si sono riunite in una sala per stringere su argomenti concreti e progettare futuri incontri. In particolare, intervenendo per il Consorzio L’Italia Zootecnica ed Unicarve, il Direttore Marchesin, assieme al Consigliere Marco Favaro del Piemonte, ha esposto per grandi linee il recente accordo sottoscritto in Italia tra allevatori e macellatori ed ha auspicato che il tavolo possa allargarsi anche alla parte francese che rifornisce gli allevamenti di ristalli da carne. Molto si è parlato sulla crisi economica e politica che interessa soprattutto l’Italia, con calo di consumi ed orientamento dei consumatori verso acquisti di prodotti a basso prezzo, anche a discapito della sicurezza alimentare. Un accenno è stato fatto anche all’atteggiamento assunto da Uniceb, che ha atteso la scadenza dei 30 giorni di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Disciplinare del “Vitellone ai cereali” per chiedere al Ministero delle politiche agricole, con motivazioni pretestuose, di non approvarlo. Se poi a costoro si aggiungono anche i rappresentanti dei mangimisti, ovvero l’Assalzoo, questo la dice lunga su quanta strada rimane ancora da fare per la zootecnia italiana in termini di reale e responsabile rappresentanza. E pensare che i francesi definiscono il nostro sistema di allevamento il migliore del mondo!
Fonte: Italia zootecnica – 11 ottobre 2013