La vendetta è un piatto che va servito freddo. Non troppo però: giusto tre-quattro giorni, quanto basta per organizzare una controffensiva capace di far male. E così ieri l’ala della Lega Nord che in consiglio regionale fa riferimento al segretario nathional Flavio Tosi ha confezionato uno sgambetto davvero niente male al governatore Luca Zaia, all’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti ed a quel che rimane della compagine a Palazzo Ferro Fini fedele al presidente, mandando sotto la giunta sull’articolo della Finanziaria relativo alla sospensione dell’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aerei (la Regione non la applicherà comunque, rischiando la reprimenda della Corte dei conti).
Un articolo in sé di poco conto, che s’è tramutato però nella miccia in grado di far detonare le tensioni che da tempo albergano nel Carroccio, dilaniato dall’antagonismo tra Zaia e Tosi. Il sindaco di Verona, così raccontano le cronache padane, non ha gradito l’affossamento in aula del taglio dei bacini dei rifiuti dagli attuali 12 a 7, portata avanti dall’assessore («tosiano») all’Ambiente Maurizio Conte. Un’operazione che a detta di molti è funzionale ai progetti di espansione della multiutility veronese Agsm ed alla sopravvivenza dell’inceneritore di Ca’ del Bue, che ha trovato nel niet di Zaia un ostacolo insormontabile. Domenica sera, durante il consiglio nazionale della Lega, l’argomento sarebbe stato oggetto di un confronto aspro, al termine del quale Tosi non solo avrebbe intimato di trovare il modo di andare comunque a dama con la riforma ma avrebbe pure suggerito un segnale immediato, così da far capire a Zaia con chi deve fare i conti. E il segnale, puntualmente, è arrivato: tassa sul «rombo degli aerei», otto «tosiani» si astengono, la maggioranza va sotto. Avviso ai naviganti: senza di noi, qua non si va avanti. Ciambetti chiede l’immediata sospensione della seduta, i leghisti si riuniscono, il capogruppo Federico Caner, sostanzialmente sfiduciato, va su tutte le furie. Grida e urla. I «tosiani» lo accusano di non tenerli informati sulle trattative della manovra, lui replica che loro, volutamente, disertano tutti i vertici di maggioranza (ce n’è stato uno anche ieri mattina). A Palazzo si rincorrono le ricostruzioni più disparate: «Tosi vuole creare confusione per coprire il caos di Verona», «Per il 2015 Zaia è spacciato» e avanti così, ma l’unico dato di fatto è che ad un anno dalla scadenza della legislatura la maggioranza non esiste più, divisa com’è tra la guerra fratricida leghista e la gemmazione in tre partiti diversi del fu Pdl. Si balla ad ogni voto, come si è visto anche sull’emendamento di Andrea Bassi sullo stop al dirottamento verso le Usl in rosso dei risparmi delle Usl virtuose (parere contrario dell’assessore alla Sanità Luca Coletto, assente al momento del voto, a salvare la baracca sono stati gli astenuti). «E’ la prima volta in 15 anni che un articolo della Finanziaria viene bocciato – affondano la lama Lucio Tiozzo e Piero Ruzzante del Pd – il Veneto è governato da una Lega ingovernabile mentre Zaia è latitante». Rincara Gennaro Marotta dell’Idv: «La maggioranza si è sfaldata, fregandosene dei veneti».
Tornato in aula il Carroccio ha siglato una tregua che ha consentito alla seduta di proseguire con l’approvazione del maxi emendamento dedicato ai danni del maltempo d’inizio anno. Come annunciato più volte (ormai siamo all’ottava seduta, record assoluto, e pare si andrà avanti fino a domani), sono stati recuperati 40 milioni per ripristinare i danni alle strade, ai rifugi ed agli alberghi, ripristinare gli arenili, minimizzare il rischio idrogeologico e mitigare le frane, ripagare i danni provocati dalle falde e risarcire i Comuni dei costi sostenuti per la rimozione della neve. A farne le spese, tra gli altri, i capitoli dedicati ai Comuni, alla sicurezza, alla pesca, al turismo, alla protezione civile e alla Chiesa. Intanto si lavora all’emendamento presentato da Moreno Teso di Forza Italia per gli sgravi Irap a favore delle imprese che assumono nuovi dipendenti (si cerca la copertura, che dopo l’abbassamento da 5 a 2 anni ammonta a 3 milioni, cui si aggiungeranno su suggerimento di Dario Bond di Forza Italia per il Veneto i denari ricavati dalla spending review). Confermati i 721 milioni del fondo per la non autosufficienza, i 21 milioni per le materne paritarie ed altrettanti per gli asili, 2 milioni saranno destinati alla riassicurazione del debito per le imprese agricole mentre altri 10 milioni finanzieranno gli accordi con i Comuni per la costruzione di nuove strade e sottopassi.
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 19 marzo 2014