Ristoranti e alberghi non possono vietare ai clienti di portarsi via il cibo avanzato per portarlo a casa, consumarlo dopo o darlo al proprio cane, la cosiddetta doggy bag, e neppure di utilizzare l’acqua avanzata in tavola per riempirsi la borraccia. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione, che ha giudicato questi divieti come una “lesione di regole comunemente accettate nella civile convivenza”.
La sentenza della Cassazione si riferisce alla vicenda di un uomo friulano, in vacanza in Trentino, che ebbe un diverbio con il titolare dell’albergo, che si opponeva alla “doggy bag” e al riempimento della borraccia, e che poi aveva portato la vicenda all’attenzione di un giornale locale, definendo uno “schifo” il servizio offerto dall’albergo. In primo grado, l’uomo era stato condannato per ingiuria e diffamazione a mezzo stampa. In appello era stato assolto dalla seconda accusa, essendo stato riconosciuto l’esercizio del diritto di critica. La Cassazione ha assolto l’uomo anche dal reato d’ingiuria, riconoscendogli “l’esimente della provocazione”, perché la sua era stata una “immediata reazione ai disservizi subiti e all’imposizione di regole (…) non irragionevolmente ritenute pretestuose e ingiuste dall’imputato”, e perché aveva “agito nello stato d’ira determinato dal fatto ingiusto altrui”.
Beniamino Bonardi – Il Fatto alimentare – 2 agosto 2014