Le multe delle quote latte? «Gli allevatori le debbono pagare, perché lo Stato ha già anticipato 4 miliardi di euro all’Ue». Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura, smorza ogni polemica con chi sta cavalcando la battaglia.
L’assessore veneto all’agricoltura Franco Manzato (Lega), in occasione del sua dibatito alla festa Pd a Padova, gli ha inviato una lettera su due temi: i danni all’export ortofrutticolo per la crisi Ucraina e le quote latte. L’Agea, l’agenzia per l’erogazione in agricoltura, ha avviato l’azione di recupero nei confronti di 719 imprenditori agricoli che dovranno restituire 273 milioni di euro nel giro di 30 giorni. Nel Veneto 4 mila allevatori producono 1,1 tonnellate di latte l’anno, il 10% del totale nazionale, e ci sono 700 irriducibili che non hanno mai pagato le multe mentre altri 1800 hanno seguito il piano di rateizzazione. Ora i nodi vengono al pettine, come sottolinea il ministro Martina. «Siamo di fronte a una vicenda gestita malissimo negli anni scorsi, che ha tra i protagonisti anche l’ex ministro Zaia. Avrei io qualche domanda da fare non solo a lui ma pure agli allevatori che hanno sforato le quote. Secondo un’indagine della Corte dei conti del 2012, questa vicenda è costata 4,4 miliardi di euro ai contribuenti italiani. In passato hanno messo la polvere sotto il tappeto, l’Italia ha il dovere di rispettare la legalità. Il conto lo hanno pagato fino all’ultimo centesimo tutti i contribuenti italiani e gli allevatori che hanno deciso di rispettare i piani di rientro concordati con l’Agea sono usciti da un incubo. Chi ha deciso di continuare il braccio di ferro fino all’ultimo adesso si trova davanti a un problemone. Se posso dare una mano lo faccio volentieri, come ministro, ma nel rispetto della legalità», spiega Martina. «In queste settimane stiamo affinando un lavoro che ci consenta di chiudere la procedura di infrazione avviata dall’Ue, ma chi commenta i fatti e magari ha avuto responsabilità precedenti, dovrebbe domandarsi quali danni ha causato la cattiva gestione delle quote latte», conclude il ministro. E i danni all’export ortofrutticolo in Russia per la crisi ucraina, con pesanti ripercussioni per le aziende venete? «I ministri dell’agricoltura dell’Ue hanno già stanziato 200 milioni di euro per risarcire i danni causati dal 6 agosto scorso, quando Putin ha deciso lo stop all’importazione di frutta e verdura dai paesi Ue. Dopo il vertice Nato sono state decise ulteriori sanzioni alla Russia e temo che la crisi non si risolverà in tempi brevi. Dobbiamo quindi imparare a spendere meglio i fondi strutturali già messi a bilancio», ha concluso Martina. (al.sal.)
Quote latte, Veneto e Lombardia uniti contro il governo
«Il 42% del latte nazionale è prodotto in Lombardia e oltre il 90% nella macroregione che comprende anche il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Veneto, l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano meritano rispetto da parte di Bruxelles e chiarezza dopo 30 anni di oscurantismo. Questo non significa concedere sconti o scorciatoie, ma ricercare la verità ed evitare il ricorso a una giustizia sommaria e penalizzante per il sistema lattiero caseario di casa nostra». È la posizione dell’assessore regionale lombardo Gianni Fava sul tema delle quote latte, che sta agitando la politica per l’arrivo delle cartelle Agea per il recupero delle multe mai pagate e mai rateizzate dai produttori. Una partita che coinvolge anche il Veneto, che fa il 10 per cento della produzione nazionale e dove sono quasi quattromila i produttori. Sul tema ritorna l’assessore regionale veneto Franco Manzato, che chiede uno stop al governo: «Il Governo deve politicamente controbattere all’Unione Europea e non può effettuare prelievi forzati alle aziende agricole produttrici di latte per liberarsi da una procedura d’infrazione europea che, in questa fase, potrebbe essere profondamente viziata sin dall’inizio della vicenda che ha tormentato il nostro settore produttivo». Manzato è contratio «al prelievo forzoso nelle imprese di allevamento delle cosiddette multe per la sovrapproduzione di latte». «Una sovrapproduzione – spiega – che potrebbe essere solo cartacea e non reale. Io voglio prima vedere i risultati finali conseguenti al rapporto dei Carabinieri del Ministero dell’Agricoltura, secondo il quale il calcolo del latte prodotto sarebbe stato fatto sulla base di una mandria fittizia, che conteggiava anche vacche di ottant’anni. Pretendo di sapere se questa analisi e se i dati che la supportano sono veritieri, attendibili o inesistenti». «Se il rapporto dei Carabinieri venisse confermato, bisognerebbe mandare le Forze dell’Ordine a casa di quanti hanno falsificato le carte e dei loro complici, non dai contadini. Ma soprattutto voglio sapere se il governo vuole salvare la faccia nascondendo tutto questo sotto un tappeto, o intende salvaguardare una produzione nazionale che crea lavoro, ricchezza e benessere e che rischia di essere messa in ginocchio dallo Stato prima ancora che dal mercato mondializzato». Il Mattino di Padova – 15 settembre 2014
Multe latte, si riparte. In ballo ci sono 1,4 miliardi di euro
Agli allevatori del Veneto e dell’Emilia Romagna sono già arrivate le prime “cartelle” per la riscossione del dovuto.
Non c’è allevatore che lo abbia dimenticato. Il semestre italiano di presidenza della Ue, a luglio, si era aperto con l’ingiunzione di recuperare dagli allevatori 1,4 miliardi di euro di multe per aver prodotto troppo latte fra il 1995 e il 2009. Era l’esito della procedura di infrazione partita da Bruxelles nel giugno del 2013. In agosto alcune dichiarazioni del ministro Maurizio Martina avevano lasciato intendere che ci fosse qualche spiraglio per una possibile soluzione. Speranze svanite con le prime comunicazioni che Agea ha inviato agli allevatori, dopo l’approvazione da parte della Agenzia delle Entrate del modello di cartella di pagamento. Le ingiunzioni di pagamento sono già arrivate agli allevatori del Veneto, ma anche a quelli dell’Emilia Romagna. Per gli altri è solo questione di giorni. Che non sia Equitalia, come avvenne qualche anno fa, ma Agea a procedere con il recupero delle somme poco cambia sotto il profilo pratico. Ricevuta la “cartella” agli allevatori restano pochi giorni di tempo per saldare il debito ed evitare il passaggio successivo, quello del pignoramento.
Quei dubbi mai sopiti
Il malumore, per usare un eufemismo, sta salendo di giorno in giorno fra gli allevatori che chiedono a gran voce di fare chiarezza sui molti punti ancora controversi di questa annosa vicenda, in primo luogo la “relazione” dei Carabinieri che nel 2010 evidenziò discrepanze nei dati fra vacche in produzione e quantità di latte prodotto. Questa indagine, solo per ricordarlo, fu avviata quando era ministro per le Politiche agricole Luca Zaia. Ma pochi mesi dopo, quando Zaia fu sostituito da Giancarlo Galan, i dubbi sollevati da quella indagine trovarono giustificazione in successive verifiche. Agli allevatori non restavano dunque alternative al pagamento delle multe, magari aderendo ad una delle rateizzazioni proposte dal Governo e che pure ci sono costate il rimprovero di Bruxelles per le numerose proroghe concesse agli allevatori. Ma in molti preferirono non aderirvi, tanto che già a inizio 2014 la Corte dei Conti (in quella occasione non fu necessario scomodare Bruxelles) evidenziò come la scarsa adesione alle rateizzazioni avesse prodotto un debito sommerso che gravava (e grava tuttora) sul bilancio statale. Anche Agronotizie riportò ampi dettagli di questo passaggio nella lunga storia delle quote latte.
La parola alla politica
E ora che ci avviciniamo alla fine del regime delle quote latte (ultimo giorno sarà il 31 marzo del 2015), sembra quasi una beffa dover parlare di nuovo di multe. Che per di più coinvolgono in molti casi aziende in piena attività, ma che potrebbero soccombere sotto il peso di multe di migliaia di euro, anche con cinque zeri. In altri casi il postino potrebbe trovare i cancelli chiusi e le stalle già vuote, vinte da un mercato difficile e volatile come quello del latte. Ma sarebbe un peccato lasciare che le stalle in attività, sotto il peso delle multe, abbiano un destino analogo. Certo, situazioni di conclamata irregolarità vanno risolte. Lo pretende il buon senso ancor prima delle norme che regolano la materia. E lo chiede anche il rispetto che si deve a chi quelle stesse regole le ha rispettate, investendo capitali per acquistare quote e facendo sacrifici per pagare le multe, quando dovute. Ma una soluzione che consenta di pagare il debito e salvare le aziende ci deve essere. La politica, si dice, è l’arte del possibile. E’ lì che una soluzione va trovata. (AgroNotizie)
15 settembre 2014