Fatture gonfiate, ricevute per operazioni inesistenti o false dichiarazioni di produzioni agricole. Ma anche ricorso a fornitori fittizi o finte lettere di referenze bancarie per “certificare” il possesso di requisiti finanziari e patrimoniali. Le modalità sono diverse ma l’obiettivo è sempre lo stesso: ottenere in modo illecito finanziamenti europei o eludere il pagamento dell’Iva e dei diritti doganali.
Nel 2013 sono stati 439 i casi di frode al bilancio europeo comunicati dal Governo alla Commissione Ue su un totale complessivo di 1.578 per i 28 Paesi. Per l’Italia si tratta di un im(Pac). Sul fronte delle irregolarità amministrative il nostro Paese si situa invece al sesto posto nella Ue con 658 segnalazioni per un importo totale di 57,6 milioni. Qui in testa figurano Gran Bretagna (1.773 casi), Germania (1.703) e Repubblica Ceca (1.114). Complessivamente dal 2000 al 2013 sono stati segnalati 5.337 casi di irregolarità/frodi a fondi strutturali, con un potenziale danno per il bilancio comunitario per 491 milioni. I comportamenti illeciti nel campo della politica agricola sono stati invece 3.430.
«I dati – sottolineano però dal Comitato – non devono essere interpretati come il livello di frode o irregolarità nei territori degli Stati membri. Sia l’Europarlamento che la Commissione Ue hanno definitivamente riconosciuto che tassi più elevati in un Paese sono innanzitutto sintomo di un efficiente ed efficace sistema di rilevazione e segnalazione e non vogliono costituire elementi per fuorvianti graduatorie di demerito tra Stati membri». Inoltre, fanno notare dal Comitato, la pagella più recente di Bruxelles sull’indice di capacità di rilevazione delle frodi ai danni della Politica agricola comune (il cosiddetto «Fraud detection rate») vede l’Italia al terzo posto per rapporto tra fondi Ue assegnati e frodi segnalate. Meglio di Francia e Germania, che ricevono risorse di un ammontare comparabile. Non solo. Nell’ultima Relazione sulla tutela degli interessi finanziari europei, «dato il numero esiguo di irregolarità fraudolente segnalate» la Commissione Ue ha raccomandato a Francia, Spagna, Irlanda, Ungheria di intensificare gli sforzi di individuazione o segnalazione nel settore della politica di coesione e a Lituania, Olanda, Portogallo e Finlandia in quello dei fondi agricoli.
Restringendo il focus sui soli fondi strutturali a livello di autorità di gestione delle risorse, la Calabria è in testa per segnalazioni, con un ammontare coinvolto in irregolarità o frodi pari a oltre 15 milioni su un totale di 59,8. Seguono la Sicilia e la Sardegna. Ma i comportamenti illeciti da parte dei beneficiari hanno riguardato anche fondi gestiti dai Ministeri dello sviluppo economico, dei Trasporti e dell’Università. La maggioranza delle frodi o irregolarità scoperte (41%) sono violazioni alle norme relative ad appalti pubblici, come il mancato rispetto dei termini di pubblicazione del bando o il frazionamento artificioso delle attività di progettazione. Comportamenti che in genere vengono alla luce con controlli e verifiche di routine.
Il Sole 24 Ore – 6 ottobre 2014