La legge di Stabilità 2015 rotola verso l’approvazione finale prevista entro domani. Dopo il blitz del presidente del Consiglio Renzi che ha bloccato “l’assalto alla diligenza” eliminando una trentina di emendamenti dal testo della Commissione Bilancio del Senato, ieri sono stati sparati gli ultimi petardi. I rilievi dei tecnici della Camera
Dai microfoni del Tg1 interviene il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a rassicurare: «Ci saranno meno tasse, più reddito, consumi, quindi più lavoro. Con l’approvazione del provvedimento cambia molto: le imprese hanno tagli di imposte con pochi precedenti e sono finalmente permanenti gli 80 euro di bonus per i lavoratori. Le privatizzazioni vanno avanti: a breve l’Enel, poi Poste e Ferrovie». Aggiunge che i rapporti con l’Europa sono «ottimi» e getta acqua sul fuoco delle polemiche delle ultime ore e gli interventi di Renzi: «La fase finale del processo di approvazione è stata analoga agli anni precedenti. Ringrazio i senatori che hanno sostenuto la manovra, il governo, lo staff di Palazzo Chigi e del Mef».
Sui 755 commi della legge che dispone come dovranno essere spese le risorse dello Stato per il prossimo anno, sono piovuti solo 130 emendamenti, di cui solo 50 sono stati dichiarati ammissibili dalla Commissione Bilancio della Camera dove il testo è arrivato ieri. La linea del governo è stata enunciata dal sottosegretario al Tesoro Baretta: «Nessun cambiamento, orientativamente nessuna fiducia, è opportuno dare segnali di stabilità dunque è bene che il via libera arrivi prima di Natale». Dunque entro domani il sì definitivo.
Il caso del «mercato» degli emendamenti che ha tenuto banco nelle ultime quarantotto ore ha scatenato i grillini che ieri hanno messo in rete la “Diretta pirata” dei lavori della Commissione Bilancio della Camera impegnata per l’intero pomeriggio a votare gli emendamenti. Pressing dei Cinque stelle soprattutto sulla sanatoria per coloro che non hanno denunciato la presenza di slot machine e che potranno mettersi in regola pagando 10 mila euro. Ma l’ondata degli emendamenti, alcuni cassati altri non, è già passata: e lo streaming non può più testimoniare il mercato dei commi avvenuto peraltro al Senato.
Non chiude tuttavia la polemica il presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia, lettiano del Pd, che attacca: «Marchette? La parentesi è stata aperta e chiusa dal governo. Dalla Camera la Stabilità era uscita snella invece al Senato ha presentati 90 emendamenti aprendo la corsa ».
Il passaggio flash a Montecitorio prevede anche il giudizio del Servizio Bilancio della Camera che, in attesa dell’esame di marzo da parte di Bruxelles, ha puntato l’indice sulla norma che estende anche alle imprese senza dipendenti lo sconto concesso a tutti con l’eliminazione dall’imponibile Irap del costo del lavoro. Il credito d’imposta del 10 per cento sarebbe «a rischio di infrazione» da parte dell’Unione europea perché «limitato a specifiche categorie di contribuenti ». Dito puntato anche sulla norma che prevede risorse per 535 milioni alle Poste, in vista della privatizzazione, e che erano stati negati in base ad intervento di Bruxelles e che ora possono essere versati dopo l’esito del contenzioso aperto con l’Unione. Il problema è costituito dalle caratteristiche del fondo di bilancio utilizzato per l’operazione.
Ma non c’è tempo, il rischio dell’esercizio provvisorio, la necessità di concentrarsi da gennaio sull’Italicum, e l’urgenza di mostrare all’Europa tempi certi per la sessione di bilancio (a marzo ci sarà il verdetto definitivo), suggeriscono un percorso «blindato ». La Commissione Bilancio evade l’esame nel pomeriggio e il testo passa in aula in serata: tra oggi e domani il taglio del traguardo.
Repubblica – 22 dicembre 2014