Non solo il capitolo fiscale con la marcia indietro sulle detrazioni e la rinuncia, magari parziale, al taglio Irpef per evitare del tutto l’aumento dell’Iva. Alla Camera la maggioranza punta a correggere la legge di stabilità almeno su altri quattro punti: scuola, pensioni di guerra, Tfr e Iva sulle cooperative sociali.
E, per racimolare risorse per rivedere gli interventi con un impatto sui conti “limitato”, sembra pronta a riproporre una nuova stretta sulle pensioni d’oro, abbassando il tetto sopra il quale scatta la penalizzazione (oggi quello minimo è a 90mila euro annui) o alzando il contributo di solidarietà (attualmente si parte dal 5%).
Questo intervento contribuirebbe ad evitare la tassazione delle pensioni di guerra. Sulla scuola le ipotesi più gettonate prevedono di prolungare l’orario di lavoro degli insegnanti a 20-21 ore e non più a 24, anche se l’obiettivo di Pd e Udc resta la cancellazione della misura. In ogni caso per la maggioranza la priorità rimane il restyling del capitolo fiscale con la cancellazione del taglio a detrazioni e deduzioni o, quanto meno, un’ampia revisione di questa misura facendo leva sullo stop alla retroattività e introducendo un meccanismo maggiormente selettivo per la franchigia che, ad esempio, consenta di salvaguardare in toto le attuali agevolazioni sui mutui.
Ma il pressing dei partiti deve fare i conti con il vincolo di mantenere invariati i saldi della legge di stabilità e con la carenza di risorse a disposizione per interventi senza copertura automatica. Al di là dell’attesa per l’ipotetico tesoretto derivante dalla minor spesa per interessi dovuta all’abbassamento dello spread la coperta resta corta. E il premier Mario Monti, così come il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, pur avendo mostrato la disponibilità a valutare alcuni correttivi, restano contrari a uno stravolgimento del provvedimento all’esame della commissione Bilancio della Camera. Il Pd però insiste per trovare nuove risorse magari utilizzando il piano Giavazzi sugli incentivi alle imprese. E proprio questa sarebbe una delle voci all’attenzione del Governo per valutare nuove fonti di copertura.
Una partita non semplice destinata a sbloccarsi solo dopo gli incontri di Monti con i leader della maggioranza (domani con Pier Ferdinando Casini e martedì con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano). A quel punto i relatori del provvedimento alla Camera, Pier Paolo Baretta (Pd) e Renato Brunetta (Pdl) potranno cominciare a lavorare su un ventaglio di ipotesi più ristrette per giungere a un pacchetto di emendamenti condivisi.
Molto dipenderà dalla scelta su Iva e Irpef. Pdl e Pd vorrebbero eliminare subito l’aumento di un punto delle aliquote Iva che dovrebbe scattare il prossimo luglio. Un’operazione che, secondo i democratici ma anche per il Pdl, potrebbe essere compensata con il rinvio in blocco del mini-taglio dell’Irpef. In alternativa si potrebbe bloccare l’innalzamento soltanto di una delle due aliquote Iva interessate dal ritocco (10% e 21%) limitando l’alleggerimento dell’Irpef al solo scaglione più basso e accompagnandolo con criteri di selettività. Ma il Governo continua a muoversi con circospezione. «Per togliere un punto d’Iva servono le coperture», ha ribadito ieri il sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà.
Quanto alle detrazioni, nella maggioranza sono tutti d’accordo sulla necessità di una marcia indietro, totale o parziale, ma anche in questo caso resta il nodo risorse. Che riguarda anche un altro capitolo delicato, quello degli esodati. Il fondo da 100 milioni inserito nella legge di stabilità non sarebbe sufficiente a coprire gli altri 9mila lavoratori da salvaguardare secondo le ultime stime Inps.
Sul fronte pensioni, la maggioranza punta compatta ad eliminare la stretta su quelle di guerra. Ieri anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha auspicato che la norma venga rivista. Una delle ipotesi al vaglio per coprire questo intervento (170 milioni) è quella di un nuovo giro di vite sulle pensioni d’oro. Che è stato rilanciato nei giorni scorsi da Guido Crosetto (Pdl) e che trova consensi anche nel Pd. Nel mirino anche l’orario degli insegnanti, la tassazione del Tfr e l’Iva sulle cooperative sociali.
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Quanto costa allentare la stretta
IVA
Aumento di un punto
Il ddl Stabilità alza di un punto percentuale l’Iva (rispetto ai due previsti dal governo Berlusconi) dal 1° luglio 2013. Rinunciarci costerebbe al governo circa 3,3 miliardi
ilsole24ore.com – 21 ottobre 2012