Il Corriere della Sera. Andrea Ballabio, direttore del Tigem, l’istituto di Telethon con sede a Pozzuoli: perché un genetista medico che si è sempre interessato di genoma umano va a caccia delle varianti virali?
«Ci siamo messi a disposizione della Regione Campania per fare il sequenziamento dei tamponi positivi al Sars-CoV-2. Il genoma umano è molto più complesso di quello virale, è bastato riorganizzare la rete tecnologica di cui disponiamo per dedicarci al nuovo progetto senza ovviamente abbandonare la ricerca nel campo delle malattie rare, che resta il nostro focus».
Lei sta seguendo l’evoluzione del virus pandemico da quando è comparso in Italia, nel marzo 2020. Ci darà altro filo da torcere, considerando le sue capacità trasformiste?
«Non faccio l’epidemiologo né l’immunologo, quindi non mi azzardo a mettere bocca in valutazioni al di fuori delle mie competenze. Occorre monitorare attentamente le varianti, ma non credo assolutamente che la situazione evolverà come l’estate scorsa. Oggi ci sono vaccini e inoltre le mutazioni del virus lo stanno rendendo più trasmissibile, non più aggressivo».
Con 17 mila sequenziamenti certificati e depositati nella banca di Gisaid siete al primo posto in Italia. Tutti gli altri centri sono al di sotto di 1.000. Cosa avete visto?
«Abbiamo intercettato 81 varianti tra le quali l’Alfa, la Beta, la Gamma e la Delta che si sono discostate con diverse mutazioni dal ceppo originario, il cosiddetto ceppo B, il primo visto in Italia a marzo 2020, che a sua volta veniva dalla Cina. Dieci mesi fa siamo stati i primi a trovare la variante Alfa (ex inglese) in viaggiatori in arrivo all’aeroporto di Capodichino provenienti dall’Inghilterra. Oggi in Campania l’Alfa è responsabile del 16% delle infezioni contro il 95% di un mese fa, la Gamma del 5%, la Delta è già al 77%. Abbiamo trovato anche la variante risultata dalla mutazione di quella spagnola. Infatti anche questi ceppi mutanti cambiano e si rinnovano».
Spieghi perché è fondamentale vaccinarsi per frenare la smania del virus di variare.
«I cambiamenti che favoriscono il virus vengono selezionati dall’ospite, dal bersaglio, in questo caso le cellule umane. Il virus ci sfrutta, in un certo senso. Infettandoci capisce quali sono i nostri punti deboli e si modifica per colpirci meglio. Non dobbiamo offrirgli questa opportunità. Facendoci trovare immuni lo battiamo sul nascere evitando che si moltiplichi e, moltiplicandosi, commetta degli errori di copiatura, dando vita a varianti alcune delle quale gli conferiscono qualche vantaggio»
Ottimismo
«Il Covid diventa sì più trasmissibile ma non più aggressivo. Non siamo preoccupati»
Il Sars-CoV-2 tende a mutare in tutte le sue lettere, cioè i mattoncini, che compongono il suo genoma, circa 30 mila (quello umano ne possiede 30 miliardi)?
«In realtà le mutazioni interessano tutte le sue parti ma le sorvegliate speciali riguardano la proteina Spike che sono il bersaglio dei vaccini oggi disponibili. Al momento non siamo preoccupati. Si è visto che le varianti ritenute più pericolose non bucano i vaccini. Ma il monitoraggio è fondamentale perché potrebbe nascere un ceppo resistente».
L’Italia ha un programma di sequenziamento insufficiente?
«Forse all’inizio, ma nel tempo ha accelerato ed ora c’è una rete coordinata dall’istituto superiore di sanità di cui siamo parte».
Quali sono gli ultimi risultati del Tigem?
«Abbiamo portato avanti il progetto sulle malattie rare non diagnosticate dando risposta a tante famiglie che hanno girato il mondo nella speranza che qualcuno desse un nome alla malattia del figlio. Sono migliaia purtroppo i casi in cui la verità oltreché dolorosa rischia di restare nascosta. I difetti genetici non vengono identificati e così i genitori vivono anche l’impotenza di non riuscire a sapere».
Siamo vicini a nuove terapie per malattie orfane?
«La terapia genica per la mucopolisaccaridosi, che dipende dalla carenza di un enzima, studiata qui da noi, ora è in sperimentazione clinica».