La fotografia degli anni della crisi per il Triveneto è fatta da una perdita di nove punti percentuali nella domanda interna, di 6,1 punti nei consumi delle famiglie, di 22,5 negli investimenti e di 138 mila posti di lavoro dipendenti, il 5% del totale e in larga misura nella manifattura.
La fornisce la Fondazione Nordest nel Rapporto 2015 presentato ieri nel Trevigiano a Cornuda, il primo firmato dal direttore scientifico Stefano Micelli. Nel documento anche una comparazione fra la nostra area e altre in Europa simili per tessuto socio-economico come, ad esempio, il tedesco Baden-Wurttemberg.
E si evidenzia come, a differenza di quest’ultima dove il Pil è cresciuto rispetto alla media Ue anche dal 2007 ad oggi, il Nordest sia rimasto bloccato, col tasso di disoccupazione al 7,7% contro il 3,4% di appena cinque anni prima. Tutto questo mentre le sorti delle imprese più dinamiche sono state progressivamente affidate all’export.
Le linee di rilancio, secondo Micelli, sarebbero tre: un ripensamento sugli investimenti in capitale umano, la costruzione di «nuovi rapporti fra manifattura e istituzioni culturali e turismo» e, infine, «il potenziamento dell’attrattività del territorio con la creazione di uno spazio metropolitano».
Il Corriere del Veneto – 30 gennaio 2015