Veneto. Influenza, già 22 morti. Ora allarme per i bambini. L’infezione è più grave del passato: scatena febbre alta e seri problemi respiratori
Si sta accanendo sui bambini, questa pesante influenza 2015. Dall’inizio dell’epidemia sono già stati colpiti 855 piccoli tra 0 e 4 anni e 1027 ragazzini tra 5 e 14 anni, per un totale di 1882 contagiati. Tra loro ci sono dieci casi gravi e all’ospedale di Padova la scorsa settimana una piccola di due anni è morta. Per di più nell’ultimo report diffuso ieri dalla Regione si evidenzia un nuovo aumento dei casi nelle fasce d’età citate (mentre sono in calo i contagi tra adulti e over 65), che porta l’incidenza generale della malattia rilevato in Veneto ad altri 1032 infetti dal 19 al 25 gennaio, con un tasso di 92 malati per 10 mila cittadini e un totale di 45.667 persone a letto.
Parametro per la prima volta in 15 settimane di sorveglianza inferiore a quello nazionale, attestato sui 105 pazienti per 10 mila, ma che non smette di preoccupare gli esperti. Anche perchè le vittime del «male di stagione» sono già 22, segnalate dalle Usl di Padova (9), Vicenza (4), Treviso (3), Este (2), Belluno, Feltre, Pieve di Soligo e Rovigo (una ciascuna). Sono tante.
A fare più danni, tra i quattro virus alla base dell’infezione, è sempre l’H1N1, quello dell’influenza suina scoperta quattro anni fa e che in questo momento si è come «risvegliato». E infatti, oltre ai decessi, si registrano 77 casi gravi, cioè afflitti da complicanze respiratorie acute. Di questi, 69 sono ricoverati in Terapia intensiva e otto hanno dovuto essere trattati con Ecmo, il macchinario di sostegno cardio-polmonare che consente la circolazione extracorporea. L’82% di questi degenti soffre di patologie pregresse eppure non si è vaccinato. «L’aggressività della malattia è sicuramente agevolata dal forte calo delle vaccinazioni, dovuto alla diffidenza insinuata nella gente da informazioni errate, soprattutto sul web, e dal caso Fluad (i lotti sequestrati e poi «scagionati», ndr) — commenta Luca Coletto, assessore alla Sanità —. E’ una diffidenza da superare, anche perché gli esperti ci dicono che non si può escludere a priori un nuovo picco a febbraio ed è quindi ancora consigliato vaccinarsi, benchè al limite dei tempi ideali per farlo».
Ecco,la previsione di un secondo picco è l’altra caratteristica dell’influenza di quest’inverno. «E’ decisamente più pesante del passato — conviene Giuseppe Giancola, consigliere della Fimmp Veneto (pediatri) — abbiamo visto un maggior numero di bambini ammalati e in forme più gravi. Si deve al fatto che molti di loro non sono stati vaccinati, perciò oltre ad ammalarsi sono continua fonte di diffusione dell’infezione. E tutto questo è dovuto alla gestione dilettantistica da parte dell’Agenzia italiana del farmaco del problema sui lotti di siero inizialmente fermati per il sospetto di un collegamento con alcuni decessi tra gli anziani. L’Aifa non è riuscita ad agire con prudenza e a infondere sicurezza nei cittadini e ora ne vediamo il risultato. Lottiamo contro una malattia più lunga e aggressiva, che nei bimbi causa febbre alta, a 39/40 gradi, e può degenerare in serie complicanze respiratorie e cardiache». Giancola fa anche un «mea culpa»: «Purtroppo devo riconoscere che molti medici non si sono vaccinati e quindi hanno dato il brutto esempio ai loro pazienti».
L’emergenza continua pure negli ospedali, con Pronto soccorso, Medicine, Geriatrie e Rianimazioni ormai sotto assedio.
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 30 gennaio 2015