Nessun ritardo sulla nuova legge anticorruzione, assicura il ministro della Giustizia Andrea Orlando. E, da Napoli, garantisce l’approvazione al Senato entro febbraio. «Il rinvio – ha spiegato Orlando – è stato determinato solo per la definizione di una delle figure di reato, nello specifico il falso in bilancio, su cui si sta continuando a lavorare. Ma questo non pregiudica minimamente l’iter».
Intanto nel verbale di accordo della maggioranza trovano corpo le varie misure che saranno dalla prossima settimana tradotte in emendamenti al disegno di legge Grasso sulla criminalità economica. Tra queste un pacchetto di misure che punta ad aggredire sul piano patrimoniale i soggetti condannati per reati contro la pubblica amministrazione. Così spicca la previsione di un ordine di pagamento, emesso insieme alla sentenza di condanna per delitti di peculato, concussione e corruzione, nelle sue varie forme, di una somma pari all’ammontare di quanto indebitamente il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio ha ricevuto. Questo pagamento viene disposto a titolo di riparazione pecuniaria a favore dell’amministrazione di appartenenza della figura pubblica condannata.
La stretta sul patteggiamento, prevista poi per la sola corruzione dalle misure varate dal Consiglio dei ministri a dicembre, si allarga. Uno dei nove punti dell’intesa prevede infatti l’introduzione di una specifica condizione di ammissibilità del patteggiamento, nei procedimenti per i reati di peculato, concussione e corruzione, nelle diverse tipologie: il versamento anticipato e integrale del prezzo o profitto del reato. Nel medesimo spirito, si subordina la concessione della sospensione condizionale della pena, per i medesimi reati, alla restituzione integrale dello stesso prezzo o profitto.
Confermato l’aumento delle pene per il delitto di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio (articolo 319 del Codice penale), anche in accoglimento di un apposito emendamento del Governo che ha inoltre elevato il minimo previsto. La modifica consiste nell’innalzamento di 2 anni sia del massimo, che arriva così dagli attuali otto ai dieci anni, sia del minimo, che arriva così dagli attuali quattro ai sei anni.
Elevate anche le sanzioni per il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità (319 quater Codice penale): la novità consiste nell’innalzamento di un anno della pena minima, che arriva a 4 anni, e di 2 anni della pena massima, che arriva a 10 anni.
Sale ancora la durata massima, dagli attuali 3 a 5 anni, della pena accessoria dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Come pure, quanto a misure accessorie, si estende l’estinzione del rapporto di lavoro o di impiego presso amministrazioni o enti pubblici, o presso enti a prevalente partecipazione pubblica, anche ai casi di condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a 2 anni e non più, come oggi, a 3 anni, per i delitti di peculato, concussione, corruzione.
Introdotta ancora una specifica circostanza attenuante (da un terzo alla metà della pena da irrogare) a favore di quanti, imputati per i delitti di corruzione, collaborano efficacemente con l’autorità giudiziaria per assicurare la prova dei reati, l’individuazione degli altri responsabili, o, ancora, il sequestro delle somme o altre utilità oggetto degli scambi illeciti. Estesa ancora la fattispecie di concussione, oltre che al pubblico ufficiale, all’incaricato di pubblico servizio.
Resta ancora in discussione il tema del falso in bilancio e, in particolare, della configurazione di una possibile area di non punibilità che potrebbe consistere nella conferma degli attuali parametri del Codice civile, ma appare difficile, in una loro rimodulazione oppure ancora in un intervento sulle sanzioni, prevedendone di minori nei caso di minore offensività. Limitandosi a cancellarle tout court non resterebbe altro, per un intervento meno afflittivo, che la nascenda disciplina sull’archiviazione per tenuità del fatto, condizionata alla valutazione del giudice sull’inoffensività della condotta e sulla figura dell’autore.
Il Sole 24 Ore – 12 febbraio 2015