Roberto Turno. Il decreto pensioni che farà il suo esordio alla Camera, la riforma dell’istruzione attesa al banco di prova del Senato, il Ddl Pa che cerca spazio a Montecitorio, la legge sulla concorrenza (e le farmacie) ancora ferma alle audizioni. La prossima settimana il Parlamento si ferma. Ma da 3 giugno riprenderà a pieno ritmo. Con poca, poca, poca sanità nel mirino.
Il 31 maggio si vota in 7 Regioni e un migliaio di Comuni, e deputati e senatori riposano. Parlamento fermo, è tempo di campagna elettorale sul terreno. Tutte le (molte) leggi in cantiere vanno in freezer per dieci giorni, con i deputati in (più o meno) vacanza. Ma l’estate arriva e sarà una stagione caldissima fino alla pausa che potrebbe scattare solo dopo la prima settimana d’agosto. Si vedrà. Anche perché a fare da aggio sarà il risultato delle regionali: se Renzi rinsalderà o rafforzerà le posizioni attuali o meno, farà politicamente una gran bella differenza. E anche per l’attività parlamentare, il risultato delle urne avrà logicamente i suoi effetti.
Camera, pensioni e delega Pa. Concorrenza in audizione Intanto, però, non mancano di sicuro gli appuntamenti, tutti segnati in rosso nell’agenda del Governo e del Parlamento. Dal 3 giugno in poi, almeno restando a giugno-luglio. Tra un’agenda fin troppo ricca di un Governo che va sempre di fretta e tensioni politiche che crescono.
Ecco così che alla Camera premono i primi appuntamenti. E precisamente: l’esordio del decreto pensioni sulla parziale restituzione della mancata indicizzazione 2012-203; la delega per la riforma della Pa, già approvata dal Senato, che sbarcherà in aula dal 22 giugno, per poi presumibilmente tornare alla terza e definitiva lettura del Senato; il Ddl annuale su concorrenza e mercato, con quel carico pesante (anche di attese) sulle farmacie, su cui continueranno le audizioni e che forse arriverà in aula solo luglio. Camera, pensioni e Pa.
Concorrenza in audizione Senato, la scuola e … l’addio al Senato Soltanto in apparenza meno pesante il calendario del Senato. Che intanto ripartirà dalla partita del momento: la riforma della scuola, con le le ultime possibili mediazioni, mentre la piazza non si ferma e gli scrutini sono in bilico. Sul Ddl il Governo fa la voce grossa: vuole rimandarlo indietro in terza lettura alla Camera per metà mese. Neanche il tempo di leggere il provvedimento, per i senatori.
Altro carico da novanta, in Senato, sarà poi prestissimo la riforma costituzionale che dà l’addio al Senato com’è oggi, cambia il titolo V e manda in soffitta il bicameralismo perfetto. Anche in questo caso sono in corso le trattative e si dà ormai per sicuro che modifiche ce ne saranno. La speranza per il Governo è di fare entro luglio il terzo tagliando del Senato. Poi alla Camera toccherebbe il voto finale. Se tutto andrà bene (per il Governo).
E la sanità? In tutto questo, tanto per cambiare, la sanità fa da spettatrice. Non aspettiamoci fino all’estate grandi sorprese. Forse al Senato qualcosa spunterà per l’ormai mitico (è in Parlamento da 458 giorni) Ddl omnibus di Beatrice Lorenzin. Forse, chissà, ma è meglio non scommettere neppure un cent, qualche novità arriverà dalla Camera sulla responsabilità del personale sanitario (in ristretto da tempo immemore). Il resto non sarà granché. Chissà, forse neppure il decreto legge che dovrà tradurre la scomparsa Intesa sui tagli tra Governo e Regioni. Arriverà davvero? Quando? A giugno? O a luglio (ma sarebbe un problema convertirlo a tambur battente)? La verità la scopriremo vivendo…
Il Sole 24 Ore sanità – 23 maggio 2015