Doveva essere contenuta nel Dl Enti locali all’esame del Cdm, ma è stata rinviata ad ulteriore esame la misura che doveva mettere nero su bianco il taglio di 2,3 mld al Fondo sanitario 2015. Il Governo, in attesa dell’Intesa con le Regioni che dopo 6 mesi tarda ancora ad arrivare, sembrava voler dare un’accelerata ma all’ultimo minuto l’ennesima frenata. Tutto rimandato quindi.
Contrordine: nel decreto legge Enti locali che sta approdando in Consiglio dei ministri non ci sarà il taglio da 2,35 mld al Fondo sanitario 2015. Le obiezioni del Quirinale sull’eccesso di norme contenute nel provvedimento e anche sulla loro eterogeneità, oltre alle ultime perplessità dell’Economia, hanno portato il Governo all’ultimo momento a espungere dal testo la riduzione dei fondi sanitari, se ne parlerà in un secondo momento e comunque dopo l’intesa. Non è escluso che il taglio, che il Governo ha necessità di incamerare al piu presto arrivi il prima possibile, già entro l’esate. Ma sarà comunque una corsa a ostacoli perche raggiungere l’intesa in questo clima politico con le regioni rinnovate e divise fra di loro sarà estremamente difficile, senza trascurare che la conferenza dei governatori dovrà rinnovare le cariche di vertice e redistribuire le deleghe alle regioni sulle varie materie, per prima quella sulla sanità.
Insomma un puzzle complicatissimo e da maneggiare con molta attenzione. In questo labirinto l’intesa è appesa a un filo, il Patto per la salute pure e le questioni come competenze o articolo 22 restano nel limbo. La stessa individuazione delle Regioni benchmark per il riparto del fondo 2015 è di là da venire. Non può escludersi che per recuperare il tempo perduto (ma anche il risparmi di spesa stimati) molto del «non fatto» venga rimandato alla legge di stabilità per il 2016. Quello potrebbe essere il vero rendez-vous per la sanità. Con ricadute al momento imprevedibili e sicuramente non in grado di generare grandi ottimismi.
Il Sole 24 Ore sanita – 11 giugno 2015
Il Dl enti locali oggi in Cdm. Nuovo sblocca-debiti da 5 miliardi
di Gianni Trovati. In cottura da settimane, il decreto enti locali entra finalmente nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri convocato per questa sera, ed è già una notizia. Ma è dall’evoluzione del testo, che negli ultimi giorni si è allungato imbarcando un ricco ventaglio di articoli aggiuntivi, che arrivano le novità più interessanti per imprese e contribuenti. Alle prime guarda la nuova puntata dello sblocca-debiti che potrebbe liberare fino a 4,85 miliardi per consentire agli enti territoriali di liquidare ai propri fornitori anche le fatture scadute nel 2014.
Il meccanismo
Le prime due puntate, scritte dal Governo Letta nel 2013 e dal Governo Renzi nel decreto sul «bonus Irpef» dell’aprile 2014, avevano infatti coperto le partite che si erano incagliate fino al 2013, ma nemmeno lo scorso anno i pagamenti da parte delle Pa sono stati regolari. Anche grazie al recupero di somme già stanziate e non utilizzate nelle tappe precedenti, il fondo per la liquidità della Pubblica amministrazione torna a rianimarsi con due miliardi per i pagamenti delle Regioni, altrettanti per gli enti del servizio sanitario e 850 milioni per Province e Comuni. Si tratta, come sempre, di anticipazioni di liquidità, che gli enti dovranno restituire con un piano di ammortamento fino a 30 anni, ma per partecipare a questa nuova tranche bisognerà dimostrare di essere stati puntuali nei precedenti episodi della serie:?le risorse, che dovrebbero essere assegnate entro i primi giorni di luglio secondo una procedura che il testo deve ancora definire nei dettagli, saranno infatti riservate a chi può certificare di aver pagato almeno il 75% dei vecchi debiti finanziati con le precedenti anticipazioni di liquidità.
Il fondo Tasi
Per i contribuenti arriva invece la replica, in tono un po’ minore, del fondo per finanziare le detrazioni Tasi sull’abitazione principale. Le ultime bozze parlano di 530 milioni di euro (l’anno scorso erano 625 milioni), che dovrebbero anche compensare i Comuni dei tagli di troppo effettuati con l’ultimo decreto sull’Imu agricola (la verifica dei gettiti effettivi dovrebbe arrivare entro fine mese). In questo modo, il?Governo evita il rischio di una caduta generalizzata degli sconti attribuiti dai Comuni nel 2014.
Personale
Il provvedimento che dovrebbe essere approvato oggi torna poi sul terreno delicato della riforma delle Province, nel tentativo di sbloccare una mobilità del personale finora rimasta incagliata. Prima di tutto, il blocco delle assunzioni negli enti che hanno sforato il Patto o impiegato in media più di 90 giorni per pagare le proprie fatture nel 2014 (dal calcolo escono quelle interessate dagli sblocca-debiti)?non si applica per i contratti a termine degli enti di area vasta e per la ricollocazione del personale ex provinciale nei Comuni. L’ultima bozza, poi, conferma le ipotesi circolate nelle scorse settimane di ricollocare il personale dei centri per l’impiego attraverso le Regioni, in attesa dell’avvio dell’agenzia nazionale prevista dal Jobs Act:?sempre che sia facile trovare l’intesa con i Governatori, che nell’ultima bozza del decreto vedono spuntare i 2,35 miliardi di tagli alla sanità anche se l’accordo non è ancora stato raggiunto. Un capitolo importante è poi dedicato ai bilanci comunali, con la norma chiamata a permettere la rinegoziazione dei mutui anche a chi è in esercizio provvisorio e i correttivi alla riforma dei bilanci al debutto quest’anno in tutti gli enti locali.
Il Sole 24 Ore – 11 giugno 2015