“L’Italia è sotto osservazione per la sua bellezza, forse. E anche per i cambiamenti così rapidi, ai quali nessuno credeva un anno fa”. Risponde così Matteo Renzi a una domanda del direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, sullo stato di salute dell’economia italiana. L’intervista
“Fino alla settimana scorsa – afferma il presidente del Consiglio – la Borsa di Milano ha registrato la migliore performance dall’inizio anno rispetto alle concorrenti. Le principali crisi occupazionali sono state risolte. Il mercato del lavoro è ripartito anche se avrà ancora alti e bassi per tutto l’anno, ma è stabilmente col segno più. Lo scontro sull’articolo 18 ormai è alle spalle. In un anno il Parlamento ha licenziato una legge elettorale, norme più dure contro la corruzione, l’operazione 80 euro che la Banca d’Italia certifica decisivi per il rilancio dei consumi, come senz’altro lei sa avendo ascoltato la relazione del Governatore Visco. Siamo in fase di approvazione finale su scuola, pubblica amministrazione e riforma costituzionale. Si stanno riducendo i tempi del processo civile e quando guardo gli inserti economici del lunedì sui quotidiani è un fiorire di buone notizie per l’economia reale, trainata dall’export nonostante i rallentamenti di Oriente, Russia e Sud America. L’Italia c’è. Forse se smettessimo di parlarne male per primi noi che ci autoflagelliamo e ci definiamo costantemente un Paese sotto osservazione saremmo anche più credibili all’estero.
L’Italia si appresta a mettere in piedi una manovra finanziaria da 20 miliardi, per coprire le clausole di salvaguardia sull’Iva (16 miliardi), l’adeguamento delle pensioni (500-600 milioni), il reverse charge (800 milioni) e rinnovo del pubblico impiego (1,6 miliardi. Renzi prende impegno sullo stop all’aumento dell’Iva.
“Le clausole di salvaguardia non scatteranno. Certo, non sarà semplice. Ma noi siamo quelli che le tasse le abbassano, non le alzano. Nel 2016 scommetto su una ulteriore riduzione del carico fiscale. Ma ancora è presto per discuterne. Ne parleremo a settembre”.
Pesa sull’Italia la zavorra del fisco, specie sulla casa. Renzi difende l’operato del Governo sul fronte della tassazione e la scelta di dare priorità alla riduzione del carico fiscale sul lavoro.
“La pressione sugli immobili è troppo alta. Dopo di che lei sta parlando con il primo ministro di un Governo che ha tolto la tassa più stupida in assoluta: la componente Irap sul costo del lavoro. Ancora più stupida degli imbullonati. Una promessa che tutti i Governi hanno fatto agli imprenditori, ma che solo un Governo ha mantenuto. E siamo partiti di lì, non dalle tasse sulla casa. Siamo partiti dal reddito dei lavoratori dipendenti perché agevolare il loro potere d’acquisto è giusto. E utile dal punto di vista dei consumi. Che non a caso sono tornati a crescere. Poco, ma hanno invertito la rotta. Siamo il primo Governo che abbassa le tasse: dovevamo partire dalla casa? Forse. Ma io preferisco abbassare le tasse sul lavoro”.
La priorità del Governo, per far ripartire l’economia, spiega Renzi, è riavviare il settore dell’edilizia sbloccando 20 miliardi di cantieri nei prossimi 18 mesi.
Il settore costruzioni è forse l’unico che ha avuto incentivi fiscali. Strabenedetti peraltro. E tuttavia è fermo, inchiodato, ancora. Mancano soprattutto i cantieri pubblici, mancano i permessi in tempi certi, manca la possibilità di finire i lavori senza che un Tar dia la sospensiva, manca il credito alle piccole imprese in sofferenza. Manca questo. Se parla con qualcuno che conosce il mondo dell’edilizia si renderà conto, caro Direttore, che la zavorra non è fiscale come dice lei, ma burocratica e bancaria.
Infine, capitolo Cassa Depositi e Prestiti, con le nuove nomine al vertice e l’ipotesi di una nuova mission.
“La missione di Cdp non cambia. Rimane la stessa con attori nuovi. Il che non mi sembra un dramma dopo cinque anni. Lo hanno spiegato molto bene Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini, cui va la mia gratitudine per il loro lavoro. Se qualcuno pensa che sia un pasticcio nominare due professionisti come Claudio Costamagna e Fabio Gallia buon per lui. All’estero stanno notando come tanti privati si facciano tentare dal venire a dare una mano all’Italia. Il primo è stato Andrea Guerra, certo. Ma non sarà l’ultimo. Prossimo tassello l’Enit. Se questi sono pasticci, si prepari a gustarne molti altri. Credo che compito di un leader sia scegliere persone di qualità. Se guardo le performance delle aziende pubbliche italiane penso che i risultati di questi mesi parlino più di qualsiasi polemica”.
L’Huffington Post – 30 giugno 2015