L’assessore alla sanità della Regione del Veneto Luca Coletto si scaglia contro la riforma del Ministro Madia: “Se hanno fatto l’ennesima riforma fatta male i Signori Ministri facciano in modo di correggerla e non scarichino il peso sulla sanità, che stanno massacrando già abbastanza”.
“La sanità veneta non è in grado di assorbire alcun impiegato amministrativo. Abbiamo bisogno di medici e infermieri e fatichiamo le cosiddette sette camicie per assumere il minimo vitale; ogni volta che Roma si alza alla mattina arrivano tagli alla sanità. Cosa dovremmo fare? Usare quel che faticosamente raccogliamo con la nostra quotidiana attenzione alla spesa per pagare nuovi impiegati? Non se ne parla nemmeno. In Sanità va garantito quanto meno il turn over di medici e infermieri. Non ci sono risorse per assorbire nessun dipendente di altri enti”. Con queste parole l’assessore alla sanità della Regione del Veneto Luca Coletto risponde, per la parte sanitaria, alla polemica con il Ministro Madia, che ha accusato il Veneto di rallentare la riforma delle Province, bloccando il decreto sul trasferimento dei dipendenti.
“Se hanno fatto l’ennesima riforma fatta male – aggiunge Coletto in una nota – i Signori Ministri facciano in modo di correggerla e non scarichino il peso sulla sanità, che stanno massacrando già abbastanza senza bisogno di aggiungere ai conti aggravi per stipendi di mansioni rispettabilissime, ma delle quali la Sanità non ha bisogno”.
Coletto ricorda che “la contrarietà e le perplessità della Regione Veneto sono state note e ampiamente motivate sin dai primi passi del confronto tra Regioni e Stato” e puntualizza che “fu anche proposto di inserire all’art. 11 ‘Disposizioni finali’, un comma che preveda che le disposizioni che fanno riferimento agli enti del SSN si applicano ai medesimi laddove la Regione valuti l’opportunità dell’estensione degli obblighi previsti dal DPCM agli enti” “Cosa dovremmo fare – si chiede Coletto – assorbire i tagli e anche pagarli, come prospettato nella circolare n. 1/2015?”.
“Tale posizione – ricorda l’Assessore alla Sanità – stata condivisa dalla Conferenza delle Regioni e PP.AA. ed inserita nel documento consegnato in sede di Conferenza Unificata del 16 luglio 2015 il cui è stato previsto di inserire all’art. 11 sulle disposizioni finali la seguente frase: ‘Le disposizioni del presente decreto che fanno riferimento agli enti del SSN si applicano ai medesimi ove la Regione valuti l’opportunità dell’estensione degli obblighi previsti dal DPCM agli enti stessi, come previsto dalla Circolare del Ministro della Pubblica amministrazione e del Ministro degli Affari regionali del 27 gennaio 2015 , n. 1”.
QS – 6 agosto 2015