Nessun congelamento di una quota dei premi di risultato per il 2015 e rinvio della messa in mora dei dipendenti che negli ultimi 10 anni hanno ricevuto somme indebite: questo il patto che l’Usl 2 ha proposto nell’incontro di ieri con i sindacati.
Dopo la sentenza di novembre 2014 che obbliga l’azienda sanitaria al versamento di 6,2 milioni di euro a 17 ricorrenti (che avevano denunciato un errore di calcolo dei premi risalente al 1994), la direzione generale aveva corso ai ripari bloccando circa un quarto del fondo destinato ai premi di risultato e di produzione, provvedendo anche alla messa in mora degli eventuali errori di calcolo riguardanti gli ultimi 10 anni.
Scioccati i sindacati che avevano proclamato lo stato di agitazione. L’azienda e i sindacati si sono incontrati lunedì e poi ieri, giungendo a una mediazione: premi al sicuro per il 2015 e rinvio della messa in mora a dopo il 15 settembre. A patto, ha sottolineato l’Usl, che i sindacati sospendano lo stato di agitazione. «Ma secondo noi si è solo spostato in avanti il problema, perché il congelamento dei fondi potrebbe avvenire nel 2016 – ha spiegato Fabio Zuglian di Cisl Funzione Pubblica – Riguardo la messa in mora, questa ha un impatto emotivo sui lavoratori che, ricordiamolo, hanno dei meriti nei successi che la Regione ha riconosciuto all’azienda».
Lo stato di agitazione durerà almeno fino a lunedì, quando i sindacati terranno le assemblee con i lavoratori. Intanto l’Usl 2 tenterà una trattativa con i 17 ricorrenti: l’obiettivo è quello di provare una mediazione sulla richiesta milionaria, in modo da non esporre l’Usl a rischi finanziari che impongano nuove proposte di congelamento dei premi.
Andrea Zucco – Corriere Veneto – settembre 2015