Maurizio Tropeano. Il pollice è all’insù e questa volta non c’entra Facebook. In questo caso il «mi piace» si deve collegare a tutti i segnali positivi che arrivano dal settore primario. Produzione agricola: più 3-3,5% (a prezzi costanti). Produzione dell’industria alimentare e bevande: + 0,3%. Fatturato dell’industria: più 1,5%.
Export agroalimentare: + 7,5-8%. Consumi alimentari: + 0,3%. Sono le previsioni elaborate da Ismea e Unioncamere sulla chiusura dell’annata 2015. Secondo i ricercatori «la proiezione per l’intera annata resta saldamente positiva». Numeri e valutazioni spingono il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, a commentare: «L’agricoltura si dimostra un settore vitale, con segnali interessanti di crescita che vogliamo ancora rafforzare».
L’occupazione
Secondo i ricercatori gli elementi finora disponibili e le aspettative sugli sviluppi produttivi da qui a fine anno lasciano prevedere un’evoluzione «migliorativa dell’occupazione in agricoltura, dopo la già positiva performance del 2014 (+1,6%)». A far da traino, questa volta è il Mezzogiorno, con un aumento dell’8,4% mentre il Centro e il Nord registrano una flessione.
L’industria
La previsione, a tutto il 2015, è di crescita, seppure moderata, anche per l’industria alimentare: è presumibile, tenuto conto anche delle valutazioni di Federalimentare, attendersi un aumento dello 0,3% della produzione (a prezzi costanti e al netto degli effetti di calendario) e una crescita dell’1,5% del fatturato calcolato ai prezzi ex fabrica.
L’export
Il motore di questa tendenza «è ancora principalmente a una prospettiva di crescita sostenuta (e in ulteriore accelerazione) delle esportazioni del settore, che nel primo semestre 2015 hanno registrato un incremento dell’8,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014. A fine anno è ipotizzabile attendersi un valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari attorno ai 37 miliardi di euro, contro i 34,3 miliardi registrati nell’intera annata 2014. Non è un caso che qui si concentrino le azioni del governo. Martina annuncia delle azioni forti di attacco all’Italian sounding nel mondo. Il primo fronte è quello degli Stati Uniti dove, in occasione del Columbus Day, il 12 ottobre, «partirà un’importantissima campagna contro il falso Made in Italy con investimenti per 50 milioni». E al World Food di Mosca l’Italia ha partecipato con un proprio padiglione, presentando anche «il segno unico distintivo “The Extraordinary Italian Taste”».
I consumi
È la «componente più fragile che resta compressa, seppure in lento rafforzamento». Nel primo semestre 2015 i dati Ismea-Nielsen sulla spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande indicano un incremento ancora molto modesto: dello 0,1% su base annua (il dato è stato rivisto al rialzo rispetto al meno 0,1% pubblicato nel numero di AgrOsserva di agosto). Il 2015 potrebbe chiudere comunque con un risultato leggermente migliore. Si prevede a fine anno uno 0,3% di crescita cumulata nei dodici mesi, «modesta – commentano i ricercatori – ma indicativa di un cambio di direzione dei consumi, se confrontata con la dinamica negativa del 2014 (-1%)». I prezzi al consumo, dopo i forti ribassi del greggio, sceso ad agosto ai minimi dal 2009, potrebbero tendere a un graduale rafforzamento o mantenere la dinamica attuale.
I prezzi
Secondo Ismea, poi, anche i prezzi agricoli sono in rialzo del 4% ad agosto, mentre su base annua la crescita è del 3,3% grazie alla spinta dei prodotti ortofrutticoli. Secondo Coldiretti «questi dati vanno letti nel «senso della sostanziale conferma della grave difficoltà in cui permane da oltre un anno il settore agricolo dove per molti prodotti i prezzi di vendita non coprono più i costi di produzione». Questo vale ad esempio per il latte che – denuncia la Coldiretti – viene pagato fino a 35 centesimi al chilo, il 20% in meno rispetto allo scorso anno. In grave difficoltà ci sono anche gli allevamenti bovini, di maiali e di conigli.
La Stampa – 20 settembre 2015