I senatori battono cassa e il governo nella notte corregge i conti, iniettando fondi aggiuntivi.. Rischio maxi conguaglio per il canone Rai in bolletta. Mancano Sud, previdenza e sicurezza (e le micromisure del Senato hanno fatto lievitare il conto di 600 milioni nel 2016, altri 300 nel 2017 e 2018), però il primo passaggio parlamentare della legge di Stabilità è fatto.
Ieri il Senato ha ribadito la fiducia al governo (con 164 sì, 116 no e 2 astenuti, segnando l’uscita di 4 senatori Ncd dalla maggioranza), e liberato il testo della manovra che passerà ora alla Camera.
I “ritocchi” dei senatori (tranne qualche intervento determinante per arginare la tassazione Imu/Tasi sulla casa), sono stati parziali, eppure gli interventi “minori” hanno fatto lievitare di altri 1.200 milioni il conto finale (38 miliardi). Un esborso indispensabile per accontentare le diverse sensibilità politiche e dare copertura alle tante micromisure introdotte. Resta il fatto che l’effetto finanziario lordo, connesso all’approvazione degli emendamenti alla legge di Stabilità nell’iter al Senato, ammonta complessivamente a circa 600 milioni di euro per il 2016 e almeno 300 milioni di euro per i due anni successivi. Variazioni che hanno costretto il governo a convocare a Palazzo Madama un consiglio dei ministri “volante” per approvare la Nota di variazione di bilancio.
Tecnicismi a parte, il rinvio a Montecitorio dei provvedimenti più controversi (interventi per il Sud, previdenziali e fondi alla sicurezza/difesa), non lascia immaginare un iter facilissimo. Al Tesoro consapevoli dei nuovi margini di flessibilità (questa volta per il capitolo terrorismo), stanno frettolosamente rifacendo i conti. Perché se è vero che Bruxelles consentirà maggiori spese fuori “budget”, è certo che i quattrini serviranno contanti e sonanti e non virtuali. Serviranno a pagare strumentazioni, macchinari e straordinari, non a tranquillizzare qualche euro-burocrate puntiglioso.
Altro capitolo delicato il Sud. Al Senato si è preferito rinviare la patata bollente a Montecitorio: il governo continua a ribadire che nella rosa dei provvedimenti ipotizzati si sceglierà quello maggiormente impattante sulla crescita e l’occupazione. È altrettanto vero che visto che i fondi scarseggiano – e un accelerazione nell’utilizzo dei fondi europei – si opterà probabilmente più per progetti che prevedano il cofinanziamento che per interventi a piè di lista. La decontribuzione totale per le nuove assunzioni, gli sgravi per gli investimenti e il maxiammortamento
Libero – 21 novembre 2015