«Lo lov rimarrà qui a Padova». Questa laconica frase di Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico, ha messo fine a una discussione lunga e capace di tornare periodicamente alla ribalta, circa la location dello lov, dato spesso in partenza per Castelfranco. Niente di tutto ciò , come non si chiuderanno ospedali: parola di Marcato, che si è fatto portavoce del governatore Zaia.
Riorganizzazione degli ambulatori per semplificare la vita del pazienti, particolarmente fragili, che frequentano l’ospedale Busonera; questa la prima azione del nuovo direttore generale Patrizia Simionato, new-entry nel panorama padovano, già referente amministrativo dell’Ulss Alto Vicentino. Simionato completa la terna dirigenziale Flor-Darlo, e ha debuttato Ieri In una conferenza stampa cui hanno preso parte anche i presidenti delle Conferenze del sindaci di UIss 15 (Alessandro Bolis, primo cittadino di Carmignano di Brenta), UIss 16 (Massimo BitoncI) e UIss 17 (Francesco Lunghi, sindaco di Monselice) unitamente ai sostituti dei precedenti dg, rispettivamente Anna Marla Tommasella, Alessandro PIgatto e Lorenzo Pavani.
Bolis: «L’Agenas ci ha riconosciuti prima azienda sanitaria d’Italia, ora Impegnata nella costituzione del Cto, Centro traumatologico ortopedico a Camposamplero». Lunghi: «La nostra è l’Ulss più complessa e ampia, compendendo 46 comuni, owero quasi la metà 104 In totale, ndr) del territorio in capo a Claudio Darlo. Con lungimiranza l’ospedale di Schiavonia è stato denominato “Ospedali riuniti Padova sud”, ora l’Impegno è II bunker per la radioterapia’. BitoncI: «La sfida è creare un livello omogeneo di Integrazione». In ballo c’è anche la discussione Innescata dalla Scuola medica patavina con II suo presidente Santo Davide Ferrara e ora al vaglio regionale, ovvero se trasferire l’ospedale Sant’Antonio unitamente al polo di Brusegnana «Casa al Colli» dall’Ulss di via ScrovegnI sotto l’Azienda ospedaliera. Sornione In proposito, il dg di quest’ultima Luciano Flor: «La sanità vive del soldi contribuenti, basta separazioni». (Gazzettino – 3 gennaio)
Flor e Dario: «Insieme per la sanità padovana». Passaggio di testimone in Azienda. Il Sant’Antonio resta
Il rinnovo dei direttori generali ha creato un «caso Padova». Il busillis è doppio: perché trasferire dall’Azienda ospedaliera all’Usl 16 Claudio Dario dopo soli tre anni e soprattutto sul più bello dell’iter per la realizzazione del nuovo ospedale? E perché togliere al Trentino, che rischia una crisi di giunta, Luciano Flor, fresco di riconferma quinquennale ad ottobre, per farlo commissario 12 mesi con uno stipendio di 1o5 mila euro al mese più basso (123mila invece di 228)? Il presidente Luca Zaia parla dell’importanza di valorizzare il territorio per il primo e di un nome fortemente voluto dall’Ateneo per il secondo, che alla presentazione ufficiale di ieri ha precisato: «Per me è un ritorno a casa, qui sono stato direttore sanitario e poi a Padova ho vissuto vent’anni. Sono di Trento e la considero la mia seconda città. Ho detto sì a Zaia perché per uno che fa il mio mestiere è un livello di incarico talmente importante e delicato che se si ha l’esperienza necessaria e la volontà è giusto mettersi a disposizione. L’Azienda ospedaliera di Padova è uno dei posti più prestigiosi d’Italia e inoltre ho sempre avuto una grande considerazione della Facoltà di Medicina, alla quale si accede solo con i punteggi più alti. Io mi sono laureato e specializzato qui (Flor è medico igienista, ndr). L’impegno è di tener fede al ruolo dell’ospedale e dell’Università».
Va detto che a Trento Flor non era molto amato dai medici e da una parte dei politici, tanto da aver dichiarato: «Mi sono sentito dare dell’incompetente, non potevo restare. E poi posso permettermi di seguire la mia passione, mio padre qualcosa mi ha lasciato». La famiglia Flor ha un’azienda di produzione di mele in Val di Non di una certa importanza. Ecco spiegato il «sacrificio» economico del manager, che entrerà in carica il 2 febbraio, per il preavviso dato a Trento. Nel mese vacante subentrerà il direttore sanitario Daniele Donato, dg facente funzione.
Sotto l’aspetto tecnico, a proposito della coesistenza di più ospedali (policlinico, Sant’Antonio e presidio ai Colli), secondo Flor bisogna specializzarli. Anche perché Zaia è stato chiaro e ieri l’assessore Roberto Marcato l’ha ribadito: «Non si chiude nessun ospedale». «C’è intesa con la Regione e l’Università, possiamo migliorare quello che già c’è, dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti e assicurare le cure al cittadino al di là dei singoli poli ha scandito Flor . Non deve più accadere che l’ospedale scarichi responsabilità sul territorio e viceversa, è un impegno mio e di Dario, che ci conosciamo da sempre e ci stimiamo. Dedicheremo enorme attenzione al cittadino, che possiamo garantire facendolo sentire a proprio agio, con il rispetto dei tempi e delle scadenze. I malati non sono ospedalieri, territoriali o dello Iov, sono malati e basta e per loro dobbiamo costruire percorsi trasversali che abbattano la burocrazia».
Da gran signore Dario conferma, ma si vede che gli dispiace lasciare l’Azienda sul più bello: «Quattro mandati fa ero il più giovane dg a 45 anni, adesso mi si chiede di mettere l’esperienza maturata sul territorio e in ospedale al servizio dell’assistenza, per una scelta condivisa tra governatore e Ateneo. Qualche anno fa Flor rinunciò a venire a fare il mio direttore sanitario all’Usl 9 di Treviso, oggi ci ritroviamo e parliamo lo stesso linguaggio. Entrambi non vogliamo fratture fra le diverse strutture, il paziente non capisce le differenze, dobbiamo essere noi a indirizzarlo. Intendiamo evitare la discontinuità, lavoreremo insieme, anche con i sindaci, ai quali chiedo di farmi da guida per i primi tempi. Dovrò correre moltissimo insieme a loro e al personale per recuperare la velocità delle amministrazioni precedenti». Quindi un primo annuncio: «Le terne? Saranno all’insegna della continuità, squadra che vince non si cambia e i direttori sanitari, amministrativi e del Sociale delle tre Usl mi hanno dato la loro disponibilità. Ci sarà un confronto in Regione e comunque le terne staranno in carica un anno. Ho già visitato le strutture e la prossima settimana incontrerò i sindaci». Nel decreto di nomina di Dario, che fino al termine dell’anno resta anche presidente di Arsenal per completare la cartella clinica elettronica, ci sono due obiettivi ben precisi: realizzare il bunker per la Radioterapia a Schiavonia e avviare il Cto a Camposampiero. (Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 3 gennaio)
4 gennaio 2016