Si è arrivati allo scontro sulla nomina dell’ex rettore Mauro Mattioli alla direzione generale dell’Izs. Secondo quanto riportato ieri dal sito emmelle.it, poi confermato dal deputato di Ncd Paolo Tancredi, Mattioli non avrebbe i requisiti per quel ruolo. Ma a spegnere sul nascere i timori di un commissariamento è stato lo stesso presidente Luciano D’Alfonso che poco dopo la fuga di notizie ha ribadito che non solo andrà avanti perché ha fatto tutto quello che l’ordinamento gli prescrive, ma anche di non riconoscere altri interlocutori al di fuori del ministro.
Che si arrivasse allo scontro, scrive il Centro di Teramo, era nell’aria visto il silenzio del ministero, e visto anche che D’Alfonso aveva ribadito che la nomina spetta tecnicamente alle due Regioni “sentito” il ministero. In sintesi, il “sentito” sarebbe un gesto di cortesia non vincolante.
Ma la comunicazione ufficiale dunque è arrivata? «No, non è arrivata», ha detto D’Alfonso al Centro, «ma mi sembra oltremodo strano che circolino comunicazioni prima nei bar poi in Regione». «Penso solo bene del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, che è un grande ministro, e di cui ho un rispetto gigantesco. Non penso altrettanto bene di alcuni anfratti burocratici».
Alla richiesta dell’intervistatore se confidasse in comunicazioni diverse e se fosse intenzionato ad andare avanti su Mattioli, il governatore ha detto: «Ho attivato la procedura prevista dall’ordinamento e rispetto alla procedura ho raggiunto l’intesa con il Molise, che è l’unico soggetto chiamato a concedere l’assenso. Adesso il ministero deve rimettere ciò che gli compete, cioè il “sentito”. Le parole nel diritto pesano. Sono passati diversi giorni, sono convinto che il funzionario preposto, che ha la cura delle carte corrette, è pienamente al corrente della qualità della procedura e della quantità dei giorni trascorsi infruttuosamente. Io, in rappresentanza della Regione Abruzzo, sono alla ricerca di una soluzione che dia allo Zooprofilattico potenza, risorse, capacità organizzativa e collocazione internazionale. Tutto il resto», conclude D’Alfonso, «come si dice a Navelli, sono ceci».
9 gennaio 2016