“Sono del tutto insoddisfatta dei chiarimenti ricevuti dall’assessore alla Sanità Luca Coletto; per questo motivo, ho immediatamente depositato un’interrogazione al Presidente della Giunta Luca Zaia e allo stesso Coletto”. Così dichiara la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Patrizia Bartelle, con una nota che segue il Consiglio regionale straordinario sull’inquinamento da PFAS del 22 marzo.
“Questo atto ispettivo – spiega Bartelle – prende spunto dalle concentrazioni di PFAS in uova di allevamenti familiari e nel pesce di cattura in ampie zone delle province di Vicenza e Verona. Chiedo quali adeguate e concrete misure di mitigazione, prevenzione e controllo, estese alla filiera idrica sulla contaminazione delle acque da destinare e destinate a consumo umano nei territori interessati, fra cui l’adozione di approvvigionamenti alternativi, la Giunta regionale abbia immediatamente adottato nel 2013, a seguito del parere espresso dall’Istituto Superiore di Sanità nel giugno di quell’anno, in applicazione del principio di precauzione”.
“Chiedo inoltre – prosegue l’esponente pentastellato – se siano stati immediatamente adottati, come pure chiesto dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2013, adeguati sistemi di trattamento delle acque per l’abbattimento sostanziale delle concentrazioni degli analiti presenti. Come noto, le sostanze alchiliche perfluorurate (PFASs) sono composti dotati di elevata persistenza nell’ambiente e capacità di bioaccumulo, di cui è in corso la classificazione come “sospetti cancerogeni per l’uomo” da parte dell’International Agency for Reserach on Cancer. La situazione è gravissima perché le fasce di popolazione a più elevata vulnerabilità sono costituite dai bambini di 3 – 9 anni e perché la più significativa via di assorbimento di tali sostanze da parte dell’organismo umano è costituita dalla via orale tramite consumo di acqua potabile e di alimenti. L’Istituto Superiore di Sanità ha raccomandato alla Regione di intervenire già nel giugno 2013”.
“Ma cosa ha fatto la Giunta regionale sino a fine ottobre 2015? Assolutamente nulla di significativo – continua la Consigliera Bartelle. Anche le misure adottate dalla Giunta nello scorso ottobre sono assai blande e per nulla risolutive, visto che sono oltretutto successive al D. L.vo 13 ottobre 2015, n. 172, che ha attuato una direttiva comunitaria riguardante le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, e che ha identificato i PFOS quali sostanze pericolose prioritarie. Si tratta di un’inerzia colpevole, che ha esposto e sta esponendo le popolazioni di ampie zone delle province di Vicenza e di Verona a potenziali rischi di assoluta ed estrema gravità”.
“Le indagini sulle acque superficiali svolte dal CNR in una vasta area attorno a Trissino – conclude Bartelle – risalgono alla primavera del 2013 e il primo allarme è stato lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità nel giugno 2013. Ce n’è abbastanza per pretendere le dimissioni immediate dell’Assessore leghista Luca Coletto, che era già Assessore alla Sanità nel 2013 e che appare politicamente quale primo responsabile di questo possibile disastro ambientale, i cui scenari appaiono di momento in momento più inquietanti”.
Consiglio Veneto – 23 marzo 2016