di Riccardo Bruno. Testimonianze dal web nelle ultime ore. King è minaccioso: «Zanzara vieni qui che ti squarto». Mr Oetta rassegnato: «Stanno facendo incetta di me per l’inverno». Andrea nostalgico: «Un tempo si lasciavano ammazzare serene e tranquille». Giovanna politologa: «Ci sono due problemi nel mondo: le zanzare e Trump». Frency romantica: «Comunque almeno mi amano».
Cronache di guerra tra uomini e bestie che a quanto pare si è riaccesa, pruriginosa e improvvisa. Fobia o realtà? L’esperto, l’entomologo Romeo Bellini del Centro agricoltura e ambiente, conferma il surplus di insetti. «Quest’anno abbiamo avuto una bassa presenza fino al mese scorso, leggermente in calo rispetto alla media storica. Con questo caldo settembrino e la coda dell’estate la popolazione di zanzare si è elevata».
Bellini analizza i dati dell’Emilia- Romagna, all’avanguardia da una decina d’anni con un sistema di monitoraggio che consente puntuali comparazione storiche. Le considerazioni fatte per la regione possono benissimo essere estese a tutto il Nord Italia. Al Sud va anche peggio, con condizioni climatiche che certo non ostacolano la diffusione di questi insetti così poco amati perché amano troppo noi (e il nostro sangue).
Probabilmente, al di là delle statistiche, sta anche lievitando la nostra sensibilità (e intolleranza) verso tutto ciò che turba la tranquillità quotidiana, pungiglioni compresi. «In realtà il nostro sistema immunitario si abitua alle punture e tende a ridurre le reazioni — osserva Bellini —. Poi però ci sono gli aspetti psicologi ed emozionali, e questi sono più difficili da valutare».
Percezione crescente di vulnerabilità colta benissimo invece dall’industria che sta inondando i supermercati di zampironi e spray, lanterne e pomate, spesso di dubbia efficacia, quasi sempre dispensatori di lasciti chimici che al confronto le bolle erano una piacevole carezza.
Tutta colpa dell’afa prolungata, ovviamente, ma la Rete ha anche scovato un altro responsabile: i politici. Piovono zanzare, governo ladro, anzi sindaci latitanti. «È vero che la lotta e la prevenzione spettano ai Comuni che in questo periodo stanno facendo grande fatica — riconosce l’entomologo Bellini —. Gli impegni di spesa si riducono, giocoforza i tagli si ripercuotono anche sulle disinfestazioni, lasciando tutto il peso sulle spalle delle famiglie».
Chi ha giardino o figli non lesina negli acquisti di zanzariere e trappole. Si studia il nemico su Internet: l’esemplare comune punge di notte e ti viene a scovare fin dentro casa, quella tigre (temutissima fin dal nome) colpisce anche di giorno ma preferibilmente all’aperto. Ci sono persino «app», scaricabili gratuitamente dal cellulare (come ZanzaMapp, a cui ha collaborato l’Università la Sapienza), che raccolgono segnalazioni e grazie a un algoritmo localizzano e segnalano con precisione il pericolo. Utilissime, basta evitare di fronte al mostriciattolo di provare a colpirlo con il telefonino.
Corriere della Sera – 12 settembre 2016