Registro tumori: rivoluzione in arrivo. «Ho ricevuto solo oggi (ieri per chi legge ndr) il nuovo regolamento che dovrà essere applicato al Registro – spiega Leonardo Padrin, a capo della commissione salute della Regione, che ieri ha discusso della “paralisi” in cui versa lo strumento epidemiologico regionale – questo nuovo regolamento è stato predisposto dalla giunta all’inizio di dicembre: ciò che cambia, nella sostanza, è che verrà tolto allo Iov il compito di coordinare il flusso dei dati provenienti dalle Asl, questo compito verrà affidato al Ser, il servizio epidemiologico regionale che fisicamente si trova nella Usl di Thiene».
Il motivo? «E’ una questione di privacy legata al trattamento dei dati – spiega Padrin, rimarcando ciò che l’assessore Luca Coletto aveva sollevato alle interrogazioni di Pd e Idv – le informazioni devono rimanere all’interno delle Asl». E il lavoro fatto finora? «Per il momento guardiamo avanti e cerchiamo di far partire la macchina senza intoppi – spiega Padrin – la settimana prossima voteremo il regolamento in commissione e poi lo porteremo in Consiglio, ci sono tempi che vanno rispettati, quando tutto sarà a norma di legge cercheremo di capire che cosa è successo fino ad oggi, al momento non prevedo nessuna ispezione al Registro, prendo atto, com’è stato scritto sui giornali, che ci sono stati dei problemi personali che avrebbero rallentato la trasmissione dei dati, ma c’è un’emergenza che va risolta e cerchiamo di trovare una soluzione».
L’accenno riguarda le acredini tra la struttura che fornisce i dati, ovvero le due anatomie patologiche di Padova guidate dal professor Massimo Rugge, e l’epidemiologa Paola Zambon, che fino al primo dicembre 2012 è stata a capo del registro (che si trova a Padova in passaggio Gaudenzio – vicino alla stazione), e che ora è andata in pensione. La nuova nomina verrà fatta direttamente dal direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan. Ciò che è certo è che la struttura non verrà smantellata: le 16 persone (incluso il direttore) che stanno ancora lavorando alla raccolta e rielaborazione dei dati, continueranno a svolgere il loro lavoro. Solo che non sarà più lo Iov a pagarli, chiedendo poi il rimborso alla Regione, ma direttamente l’assessorato alla sanità. Un modo per rendere più snello il meccanismo, anche se, nelle intenzioni primarie era stato rintracciato nello Iov, (Istituto oncologico veneto, un Irccs) il centro più opportuno in virtù della sua stessa natura, ovvero lo studio e la ricerca sui tumori.
Ma qualcosa, in questo meccanismo, non ha funzionato. Molte Usl (Belluno, Feltre, Bassano, la Veneziana, Mirano, Rovigo, Adria, Vicenza, Treviso, Castelfranco-Montebelluna e Verona) hanno regolarmente fornito i dati sui tumori allo Iov. La «bolla» sul caso privacy è stata fatta scoppiare solo per Padova, unica provincia che non ha fornito rilevamenti in nessuna delle sue strutture ospedaliere. Il motivo dell’impasse, confermato dagli stessi ricercatori, è la tensione tra il professor Massimo Rugge, e il direttore del registro, la professoressa Zambon dello Iov. Il primo dice di aver fornito il materiale, la seconda dice che è tutto bloccato. Ora la questione della privacy mette tutto in discussione e consente una rielaborazione della struttura che di fatto toglie allo Iov qualsiasi «paternità» al registro. Eliminato uno dei due contendenti resta quindi da vedere quando la macchina si rimetterà in moto. Solo allora i cittadini potranno avere la mappa dei tumori nelle loro città, e la politica potrà fare scelte di sviluppo consapevoli.
Roberta Polese – Corriere del Veneto – 11 gennaio 2013